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Costui, che per un mese era stato costretto a rattenere dentro di gl'impeti dell'odio, e a rintuzzare più che poteva la rabbia di vendetta, che non gli lasciava aver bene per aspettare l'occasione, come andavagli consigliando il Barbarigo ogni qual volta si avvenisse in lui, affrettava il gondoliere per quegli stretti canali di Venezia; e giacchè aveva potuto comprendere che il Candiano era tuttavia al tutto inconsapevole della sventura che gli stava sopra, con una sottigliezza d'ingegno veramente diabolica, pensò che avrebbe potuto trarre un'orribile vendetta del Candiano, coll'annunciargli per il primo la sventura in cui era caduto, e ad inasprire colla sferza dell'ironia e delle invettive quella ferita ch'egli per il primo avrebbe aperto in quell'uomo da lui tanto abborrito, da cui aveva dovuto patire uno sfregio così sanguinoso. Percorrendo il canal Grande, e radendo colla gondola, mentre passava, gli scaglioni del palazzo Candiano, vennegli perfino il pensiero di entrare col

Come! Dunque pel dolore dei tormenti non hanno abborrito di aggravarsi l'anima, ed infamarsi perpetuamente? Ah! La tortura non fa prova di verit

Oh Gasparo, Gasparo, che parole son queste? Beati quelli che son morti egli riprese in tuono solenne; beati quelli che morranno prima che il giallo e nero abborrito torni a sventolar sugli stendardi del nostro San Marco!... Ma io non sarò fra questi felici... pare un destino.... Ebbene, se io sopravvivo, credi tu che io possa rimaner qui? Io, antico ufficiale austriaco, io, disertore?

SENECA Signor del mondo, a te che manca? NER. Pace. SENECA L'avrai, se ad altri non la togli. NER. Intera l'avria Neron, se di abborrito nodo stato non fosse a Ottavia avvinto mai. SENECA Ma tu, de' Giulj il successor, del loro lustro e poter l'accrescitor saresti, senza la man di Ottavia?

Considerate le infinite rappresentazioni artistiche moderne della morte tanto più potenti sull'animo nostro, tanto più attraenti quanto più questo fatto della morte, abborrito dalla natura umana, ci è mostrato nelle sue parvenze maggiormente odiose, maggiormente contrarie all'idea nostra del giusto e del ragionevole, quando colpisce l'innocenza, la grazia, la bellezza, l'amore, le giovanili speranze.

Quasi tutto il giorno ella viveva nella Roma del passato; gli echi della Roma contemporanea giungevano al suo orecchio la sera. Alberto arrivava a pranzo carico di gazzette, vibrante ancora dei dibattiti appassionati della Camera, degli uffici, dei corridoi, a vicenda sfiduciato e baldanzoso, secondo che le sorti del Ministero abborrito parevano più sicure o più vacillanti. A Torino era taciturno; qui alla capitale la vicinanza del campo di battaglia lo rendeva loquace. Checchè pensasse di Diana, comunque giudicasse lo scarso interesse ch'ella prendeva alle aspirazioni ambiziose di lui, egli, quasi avesse bisogno a ogni costo d'un uditorio, continuava con sua moglie i discorsi interrotti con gli amici e con gli avversari politici, le parlava delle prossime discussioni, dei prossimi voti, trinciava giudizi su uomini e cose. Non erano momenti lieti per l'Italia; il disagio economico si faceva sentire in tutte le classi sociali e in tutte le parti della penisola; la gravezza dei balzelli, la scarsit

Quel miserabile si opponeva. Lo trascinai meco, lo trascinai al letto di mia moglie. Essa dormiva; io la svegliai aspramente e le dissi: Ulrica, rinuncia al tuo nome, all'U detestabile del tuo nome! Mia moglie mi guardava fissamente, e taceva. Rinuncia, io le replicai con voce terribile, rinuncia a quell'U.... rinuncia al tuo nome abborrito!!... Essa mi guardava ancora, e taceva!

In biblioteca fra i libri vecchi. Fuggo! fuggo da questo abborrito studiolo! E quando, vecchio, sempre più disilluso, o infelicissimo o colpevole o peggio sterile, quando le cercherò ancora le memorie della mia giovinezza? 10 marzo. Suonano le avemarie. Come sarei felice vicino ad una donna! Nel buio scomparirebbero le mie bruttezze. Forse parlerebbe potente poetessa unica l'anima mia.

Al tenere in silenzio i vizi di alcuni ecclesiastici della mia patria non avrei giammai potuto dare il titolo di prudenza, ma piuttosto il titolo d'ipocrisia, vizio infernale e da me piú ch'altro vizio abborrito e perseguitato.

Dunque anche tu, povera madre, sclamò il giovane, anche tu sei vittima di questo abborrito potere sacerdotale! Colle catene di Roma cadranno anche le tue. All'opera dunque! alla lotta! La porta s'aperse, e Tognetti entrò frettoloso nella stanza. Tu appunto, disse, tu, Curzio, fratello! Poi, trattolo in disparte, scambiò con esso alcune parole piano e in fretta.