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Gli Austriaci occupavano il Campanile e le case, e, del Cimitero cinto di mura munite di feritoie, ne avevano formato una vera fortezza, e un fuoco micidiale colpiva i nostri; il valoroso generale Sommariva secondando l'ardore del Re e dei suoi soldati assale energicamente il villaggio; il generale Bava fa piazzare in buona posizione l'artiglieria, la quale apre vivo fuoco contro il campanile, le case e il Cimitero; sotto le mura del villaggio si accende un aspro conflitto nel quale trova morte il prode colonnello Caccia del reggimento; a fianco del generale Sommariva cadeva mortalmente ferito il tenente Beston Balbis suo aiutante, il colonnello Manassero del reggimento era gravemente ferito ed a lui vicino moriva il tenente Gandolfo di lui aiutante e tanti e tanti altri; ma i valorosi Valdostani non si arrestano; chè anzi il desiderio di vendicare i caduti li spingeva a più fiera lotta. Giungeva finalmente la brigata Guardie, che al fragore del cannone aveva accelerato la sua corsa; e allora il Generale Bava valendosi del sopraggiunto rinforzo si pone alla testa di questo, slancia le sue brave truppe sul merlato muro, e queste sprezzando il pericolo, animate dalla presenza dei condottieri, superano tutte le difficolt

Ma quando il cumulo delle acque, furiando imperversato, quasi che fosse ansioso di ricuperare l'antico dominio (però che la terra emerse dal profondo del mare al comando di Dio),¹ si precipita a flagellare i confini del mondo, dove trova l'insuperabile argine, e il solo degno di sommettere la sua spaventosa potenza, la parola del Creatore, che lo respinge indietro: ma quando rotolandosi per l'ampiezza del suo spazio travolge il naviglio che incontra nel corso fatale, onde il nocchiero disperato di ogni umano soccorso guarda il cielo, ed il cielo gli si mostra minaccioso, questi non ha più scampo, il flutto che vede agglomerarsi da lungi deve eseguire la sentenza di morte che la natura ha pronunziato contro di lui; allora tra i pensieri della vita futura s'insinua tristamente la rimembranza della sua famigliuola che gli strazia le viscere: e i figli? e la moglie? dorme ella? su lo stridore dei venti, tra il muggito del mare parle sentire il suo nome sospirato nel delirio di una orribile agonia, balza atterrita, corre al lido, e non iscorge che flutti sommossi e cielo ottenebrato: che Dio faccia pace all'anima del naufrago; ma doveva sfidare il terribile elemento col peso dei figliuoli sul cuore? Quando tutto è sconvolto, quando tutto è paura, e terrore, felice quel sicuro che gode spaziare su l'ultimo lido della terra, e sorridere di quel sorriso col quale si accolgono i più cari amici, all'onda che dopo avere sommerso mille navigli viene a spezzarsi tra le scogliere della spiaggia! Felice chi nel fragore del tuono, e nell'urlo salvatico dei mostri marini può sentire una dolce armonia, una voce di amore, simile a quella che acquietò i dolori della sua fanciullezza! Ma più avventuroso colui, che nell'ora della procella commise il suo corpo ai flutti agitati! Lo pregavano gli spettatori, pei Santi e per la Vergine, a non osarlo; ma egli, sprezzando i consigli della paura, si compiacque vedersi sospeso su gli abissi, la descrizione dei quali fa abbrividire migliaia di gente: certo egli sembrava un atomo vagante per la luce; conobbe il pericolo d'essere ad ogni momento disfatto, mirò la faccia della morte, impallidì; e in ricompensa fu la sua anima purificata di ben molte passioni del fango, di ben molte umane imbecillit

11 Ed è ben degno che ricca donna, ricca di tutto quel valor che possa esser fra quante al mondo portin gonna, mai non si sia di sua costanza mossa; e sia stata per lui vera colonna, sprezzando di Fortuna ogni percossa: di lei degno egli, e degna ella di lui; meglio s'accoppiaro unque altri dui.

Tu ver le tende di Sultana andrai, E palese farai nostra partita A sua grandezza, e come è giusto avrai Cura, Ebrain, de la real sua vita. Così non vil, ma cauto in mezzo a guai Bostange favellò con fronte ardita, E sprezzando egualmente ogni riposo Alcun di quei baron non fu ritroso.

Il tentativo di Milano ha intanto, comunque strozzato in sul nascere, provato due cose: ha provato all'Europa che il silenzio della Lombardia era silenzio, non di chi giace rassegnatamente assonnato, ma di chi odia cupamente e tanto, da non poter esprimere l'odio se non coll'azione: ha provato all'Italia che il fremito d'emancipazione è sceso alle moltitudini e che i popolani assaliranno, sprezzando il nemico coi ferri aguzzati delle loro officine, qualunque volta agli uomini intellettualmente educati, parr

"Partirono; alcuni con paura, altri sprezzando la vana minaccia. Ma non era vana, com'essi pensavano.

L'Austria sa il perchè scendeste in campo con essa, e non si giova, sprezzando, di voi che per logorare ogni influenza morale francese in Italia e togliere un alleato alla vostra illusa nazione.

120 Di fango brutto, e molle d'acqua vanne tra il foco e i sassi e gli archi e le balestre, come andar suol tra le palustri canne de la nostra Mallea porco silvestre, che col petto, col grifo e con le zanne fa, dovunque si volge, ample finestre. Con lo scudo alto il Saracin sicuro ne vien sprezzando il ciel, non che quel muro.

Il generale Morra lasciando l'Isola, nella sua circolare ai prefetti, osò scrivere questo periodo sbalorditoio, ch'è meritevole di essere tramandato ai posteri, come l'indice più esatto della sua incoscienza: «Durante questo periodo eccezionale sprezzando fatiche e disagi mi sono dedicato con vero affetto alla non facile impresa della pacificazione degli animi per varie cause eccitati, e allo studio arduo dei principali bisogni delle popolazioni siciliane....»