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Allora egli le aveva chiusa la bocca con la mano, sorridendo tristamente fra le lacrime, e dicendole pianissimo, da farsi appena sentire: Silenzio!... Non dir nulla!... Non mi ricordar nulla!... Quello che è stato è stato!... Lasciami morire così, ai tuoi piedi!...

Essa doveva prender marito.... Voi forse? Non io, diss'egli tristamente, un ricco forestiero a cui mi ha posposto, e pel quale ha concepito una passione di cui non l'avrei mai creduta capace. Essa doveva sposarlo allorchè cadde malata, e queste nozze, ancorchè le si facciano ora come credo che abbiano risolto, non potranno aver più alcuna influenza sulla sua salute. Dubito che la felicit

Sentiva che i giorni lieti erano finiti. Fra la sua vita presente e quella di qualche mese prima vi era un abisso; allora ella viveva in pieno sole, respirando con delizia l'aura della gioventù; tutto le piaceva, tutto la divertiva, tutto aveva uno scopo ed ella sorrideva a tutto. La sua giornata era tutta occupata; l'amore illuminava ogni cosa con il suo raggio immortale; tutte le persone che l'avvicinavano l'erano simpatiche; dovunque si trovava nel proprio elemento. Ora invece, ad ogni nuovo mattino che veniva a risvegliarla doveva aprire gli occhi dolorosamente, domandando a medesima a che serve la vita; si alzava, si vestiva macchinalmente; parlava e le sembrava che il linguaggio che udiva non fosse il suo, si sedeva al letto di sua madre e quasi non se ne moveva che per andare a pranzo con gli altri, il che era un piccolo supplizio quotidiano. Poi, alla sera, appena lo poteva, si chiudeva nella sua stanza, scriveva tristamente ad Alberto, non più con l'espansione dei primi tempi, ma nascondendogli le sue pene per non annoiarlo inutilmente, e poi cercava il sonno. Si vestiva alla mattina e si svestiva alla sera, più si curava di quella eleganza sua propria che era uno dei distintivi del suo carattere; non le rimaneva che quella parte che nulla poteva toglierle. Se qualcuno di coloro che l'avevano incontrata a caso sulle montagne della Svizzera, con la veste grigia sollevata sopra la sottana rossa, l'occhio pieno di luce e di allegrezza, il piede fermo e il passo agile, la guancia rosea di gioventù e di salute l'alpenstock alla mano e il cappellino tutto coperto di rose selvatiche; o nella sua piccola villa, di estate, tutta avvolta in una mussola fresca, leggera, che scorreva sveltamente sulla minuta sabbia dei viali, mentre si metteva le due mani alla bocca per chiamare Alberto dalla sua stanza del primo piano la rivedesse ora, crederebbe avere dinanzi agli occhi qualcosa di somigliante alla visione di prima come l'ombra alla realt

Il povero cuore del vecchio non aveva potuto resistere agli affanni della solitudine, e nella notte, poche ore dopo che gli fu portata via la sua compagna, s'era posto nel vedovo letto colla sicurezza di non vedere un altro mattino. Il cadaverico volto pareva sorridermi tristamente e dirmi che neppure la morte li aveva voluti divisi.

Poi ad un tratto mi domandò: Credete, caro Emilio, che abbiamo fatto il suo bene? Risposi che non si poteva dubitarne. Ebbene, guardate, soggiunse dondolando tristamente il capo più curvo del solito, guardate, c'è chi ne dubita, Oh, qualche ignorante. No, sono persone savie e prudenti, ma mal prevenute.

Respirava affannosamente, e non poteva quasi parlare; e tuttavia mi disse che la passeggiata le aveva fatto bene, e che aveva caro di aver veduto ancora una volta il verde della campagna. "Ancora una volta" pensai tristamente. Ma ella non aveva dato quel senso alle sue parole, e parevami invece si fosse rinvigorita nella speranza.

Non era molto alto molto grosso, ma si sentiva ancora in lui una vigoria senile, che rendeva facilmente credibili tutte le avventure eroiche della sua gioventù. Il suo soprabito nero da prete non differiva quasi più dagli abiti degli altri signori del Comitato, ora che la testa china tristamente sul busto gli nascondeva il collare.

Si erano guardati nel viso, poi il vecchio lo aveva abbassato tristamente per nascondere forse di aver capito. Bisognava dunque morire così. Non bastava che fosse venuta sulla porta di quella chiesa a domandare l'elemosina? Forse a quest'ora la mamma si era desta e la cercava ansiosamente con gli occhi; nessun altro era in quella camera, perchè da due mesi nessuno v'entrava più.

Una foglia si staccò dalla rosa che la Teresa teneva sul petto e venne a posarsele sul dorso della mano. Ah! diss'ella tirando indietro la mano con un moto istintivo. Credevo fosse un insetto. E soffiò via il petalo disperso. Anche la mia rosa si sfoglia notò tristamente Guido. Chinando il capo ella mormorò: È così la vita. Tacquero entrambi. Di Reana ruppe primo il silenzio.

Una cena simile! disse il curato; e abbassando la voce, soggiunse tristamente: E accompagnata da musica siffatta. Mi introdusse dipoi nel tinello dove la vecchia fante non tardò a depormi innanzi, sopra un tovagliolo bianchissimo, le ova ed il pane accanto a una bottiglia di vino.