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E un altro vago fenomeno, rimirando giù in basso, l’aveva sorpreso. In ogni pianura che la ricingano i monti, il cadere del sole offre sempre un aspetto di meraviglia: ma qui e in questa stagione, direi soprammodo incantevole per certa speciale configurazione dei luoghi. Infatti la catena dei poggi che si dilunga da settentrione a mezzodì, divide a ponente questa valle d’Ombrone da quella di Nievole: ed il sole col calarvisi dietro, manda refratti i suoi raggi quasi che paralleli attraverso alle depressioni della giogaia, e all’alte torri del castello di Serravalle; e stampa per cotal guisa sulla verde pianura, in direzione di levante, brillantissime strisce dorate, che tratto tratto mutando di luogo, producono effetti sempre nuovi e bellissimi. Per lo che ei vedeva per esse Pistoia investita come da un torrente di luce, e tinte in bel porporino le sue mura e le torri; mentre, altri lucidi solchi si distendevano su i circostanti terreni, in quel tempo la più parte palustri: e tanto splendore seguitando con l’occhio, quelle vivide strisce le scorgea prolungate sino a Firenze. E se elevandosi un poco per le dette colline, cotal fenomeno era bello in quel tempo, non è a dire quanto apparisca più incantevole adesso; potendovisi scorgere a occhio nudo, quando l’aria sia pura, irragiata la gran torre del palazzo della Signoria, e la cupola di S. Maria del Fiore: monumenti secolari i più maestosi e per arte stupendi. S’aggiungano a questi cento e cento altri de’ più moderni che stan cogli antichi in così vaga armonia; e Firenze dovremo pur convenire che l’è unica forse delle citt

Fu cantata costei da l'aurea cetra d'un ben dotto pastore, a cui Parnaso concedette non sol tener le Ninfe al dolce suon de le palustri canne, ma gli mostrò i secreti di natura, e render la salute a i membri infermi.

Il lago aggiunge maggior vita al paesaggio, e non possiamo abbastanza bearci della sua vista e della sua frescura, dopo tanti mesi che l'occhio nostro non trova più a riposare su una massa di questo simpatico elemento. Sono strane le barche usate, a forma di pantofola ricurva alla punta, e costrutte con grosse canne palustri strettamente legate fra loro con scorze d'alberi.

Queste barre altro non sono che vaste distese di piante palustri che si formano sui fiumi africani e segnatamente sul Nilo cagionando lo stagnamento delle acque e quindi miasmi mortali. Non di rado queste barre si estendono per tre quattro e anche cinque chilometri, impedendo il transito persino ai battelli a vapore che solcano il Bahr-el-Abiad e il fiume delle Gazzelle.

Fra le raccomandazioni di mio zio c'era anche quella di non fermarmi a Colico per evitare il pericolo delle febbri palustri. Chiesi dunque immediatamente un mezzo di trasporto. La diligenza parte in coincidenza col battello a vapore, mi rispose il facchino. Benissimo. Conducetemi alla diligenza. Ci siamo in due passi.

La morte vicina mi produceva l'effetto d'una lente, m'ingrandiva gli oggetti... la speranza si allargava, si moveva, diventava visibile!... il fango fermentava, come le materie palustri, e mi dava la febbre!... La natura umana è fatta così; e non sono io che l'ho fatta!... La morte soltanto distrugge ogni speranza d'amore... e forse nemmeno la morte la distrugge interamente.

Esmeralda, divenuta nel bosco di San Rossore seconda figlia di Neri e di Teresa, aveva naturalmente e molto presto riprese le sue abitudini selvagge e, come in riva al gran fiume dell'America settentrionale, era intenta alla pesca ed alla caccia ed a rassettare le reti; di più con le fila di certe erbe palustri quasi essiccate cominciò a tessere delle vesti alla foggia dei selvaggi americani, di cui faceva anco le stuoie.

Immersa nelle cupe meditazioni, passò senza avvedersene dalle stazioni di Mestre, Mogliano, Preganziol, ma quando il treno correva in fianco ai laghetti formati dalle curve del Sile, fra le canne palustri, e vide apparire la chiesa di San Nicolò di Treviso, come uno spettro severo e grandioso davanti le casupole che lo circondano, sentì una stretta al cuore che le annunziava l’arrivo.

Era un'ora dopo mezzogiorno e splendeva un bellissimo sole, ma la barca passava nell'ombra. Il canale era fiancheggiato da due file di tigli, di olmi, di salici, e da siepi alte, che nascondevano la campagna. Pareva di navigare a traverso un bosco. A ogni svoltata si vedeva una lontananza profonda, tutto verde e chiuso, e qualche mulino a vento sulla sponda. L'acqua era coperta di un tappeto di lemna, e in alcuni punti tempestata di fiorellini bianchi, d'iridi, di ninfee, di lenti palustri. L'alta spalliera di verzura che fiancheggiava il canale, s'apriva qua e l

Ordinariamente la natura dipinge i malvagi con i colori dei serpi, e dell'erbe palustri. L'appellativo verdinegro è di regia origine, e fu circa a quei tempi inventato da Filippo II, il quale in cotesto modo designava l'Escovedo, segretario del suo fratello don Giovanni d'Austria, commettendone la strage a don Antonio Perez suo ministro. «Certo convendr