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Il colonnello Trivulzio dovette sedare energicamente un principio di tumulto fra gli arditi che accalcati nelle strette gole di Serravalle erano impazienti di partire, battersi, inseguire. Gridavano al tradimento, si dichiaravano sacrificati ad altri reparti privilegiati.

Oh chiudete me sotterra! Non amo più le mie memorie. Da Milano. Prima di chiacchierare un pochino e di aprire un foglio solo del mio gramissimo albo, devo dirvi, o amici miei, che ai tanti di luglio dell'anno di grazia 187..., in una caldissima ora di mezzogiorno, io mi trovavo in un vagone di seconda classe: e devo dire che il conduttore aveva spalancato lo sportello, gridando: Serravalle!

Giù nel quartiere di Serravalle vociare e confusione. Gli arditi si precipitano in un portone. Li raggiungiamo troppo tardi. Quando entro tre bosniaci sono a terra sventrati. Non mi pento d'essere arrivato in ritardo poichè vedo nello loro tre mani destre tre enormi mazze ferrate. Buon giorno, Marinetti, mi dice il colonnello Trivulzio, con la pipa in bocca.

Fu proprio a Serravalle ch'io chiusi il dotto foglio, e lo misi nella sacca da viaggio: poi, quando il treno s'incamminò, sbuffando, cigolando, sbatacchiando i cuscinetti, avviandosi colla cadenza misurata degli stantuffi e col pettegolo bollire della caldaia, io, affacciatomi alla finestrella del vagone a tutto mio agio, giacchè ero solissimo, incominciai a guardare le valli e i monti e il cielo.

La mattina all'alba partimmo; mi sembra inutile descrivere ai miei buoni lettori il lungo viaggio che avemmo a fare da Bologna a Genova; le famose avventure in ferrovia, che sono così spesso tirate in ballo dai romanzieri, per me sono favole belle e buone; noi fummo trasportati, nell'identico modo con cui son trasportati i bauli. Avemmo a compagni dei mercanti, dei contadini e dei soldati in congedo; ci fermammo per far colazione, come tutti gli altri a Piacenza; mangiammo di nuovo a Tortona; bevemmo una buona bottiglia di vino a Novi, non potemmo fare a meno di ammirare la magnifica vallata di Serravalle, schiudemmo i cuori alle più liete speranze, osservando l'infinito numero di fabbriche di San Pier' d'Arena, e scendemmo a Genova nelle prime ore della notte. La luna illuminava il bel monumento di Cristoforo Colombo che è sulla piazza della stazione. Noi volgemmo un saluto a quel grande, che in ricompensa di un nuovo mondo si ebbe le catene da un re, e ci persuademmo, che per volger di secoli e per variare di avvenimenti l'umanit

Il mese che il capitano passò alla villa fu lieto per tutta quella buona famiglia, che rimase per tanto tempo dispersa. Si fecero delle belle gite nei siti più pittoreschi della provincia, ai colli d’Asolo e di Conegliano, ai monti ed ai laghetti di Ceneda e Serravalle, le due citt

Vi avverto ancora che queste notizie scritte sulla mia cartaccia sono tutta roba rubata: io non ne so tanto: vi domando perdono e ve ne interrompo la lettura; perchè anche a me l'interruppe la voce del conduttore, che, avendo gridato: Serravalle! Serravalle! di tutta forza sbattè lo sportello del vagone.

Il sole calava, in una gloria di fiamme, dietro la collina di Serravalle, che chiude la valle dell'Ombrone da quella della Nievole. Tutto ad un tratto, Spinello vide comparire sul ciglio del muro nerastro una figura di donna. Era la dama del castello Buontalenti; lo dimostrava assai chiaramente la nobilt