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Il nostro interlocutore non mi rispose, ci disse addio e se ne andò: noi pure ce ne andammo verso una trattoria, dove mangiammo in fretta e furia per poter dare un'occhiata alle bellezze principali della citt

Verso le undici approdammo nell'isoletta più vicina, una bella isoletta dalla spiaggia dirupata e pittoresca, piena d'alberi, di cespugli e di ombre. Ormeggiato il battello, scaricammo le provvigioni, sedemmo sotto un albero e mangiammo con grande appetito.

'O ccapisco. Nunziata si volta, guardando alla vetrata. Amalia, ritta presso alla tavola vi si appoggia con la mano. Dunque? Dunque che? Comme nce 'a mangiammo sta menesta? Comme vulite vuie. Diciteme na cosa, bella figlió, a mme m' hanno ditto ca vuie facite ammore cu don Vito 'o tintore... Sissignore. E ca isso... ve vo' pure spus

Con precisione ricordo i suoi piccoli strilli di spavento-pudore mentre girava cercando le sue vesti nella camera, nuda, minacciata dalla luce che io accendevo e spegnevo. Mangiammo insieme delle frutta nella sala da pranzo, poi la ricondussi in carrozza alla casa della zia, senza pensare che non l'avrei riveduta per un anno. Che schianto!

Facemmo colazione nella loro cucina, la quale aveva una larga apertura verso il cortile. Mangiammo due ossi buchi indimenticabili. Erano eccellenti. Bevemmo del vino eccellentissimo, e facemmo scomparire un pezzo di formaggio di gorgonzola bianco e un'alzata di uva e pesche saporitissime. Vogliono anche il caffè? Vada per il caffè!

Mangiammo del salame, della pasta al sugo, dell'arrosto e del formaggio e bevemmo del vino comune. Eravamo serviti da due scopini e sorvegliati da due guardie carcerarie. Terminato il pasto, venimmo visitati dal cappellano, accompagnato dal direttore. Subito dopo Federici, Cermenati, Seneci, Valentini e De Andreis vennero cellularizzati in infermeria.

La mattina all'alba partimmo; mi sembra inutile descrivere ai miei buoni lettori il lungo viaggio che avemmo a fare da Bologna a Genova; le famose avventure in ferrovia, che sono così spesso tirate in ballo dai romanzieri, per me sono favole belle e buone; noi fummo trasportati, nell'identico modo con cui son trasportati i bauli. Avemmo a compagni dei mercanti, dei contadini e dei soldati in congedo; ci fermammo per far colazione, come tutti gli altri a Piacenza; mangiammo di nuovo a Tortona; bevemmo una buona bottiglia di vino a Novi, non potemmo fare a meno di ammirare la magnifica vallata di Serravalle, schiudemmo i cuori alle più liete speranze, osservando l'infinito numero di fabbriche di San Pier' d'Arena, e scendemmo a Genova nelle prime ore della notte. La luna illuminava il bel monumento di Cristoforo Colombo che è sulla piazza della stazione. Noi volgemmo un saluto a quel grande, che in ricompensa di un nuovo mondo si ebbe le catene da un re, e ci persuademmo, che per volger di secoli e per variare di avvenimenti l'umanit

Il giorno seguente non proseguimmo che fino a Sant'Anna, ove cadde un po' di pioggia, la sola che ebbi a vedere durante queste escursioni, anche nell'estate 1893, che sotto questo riguardo era piuttosto sfavorevole. Mangiammo e dormimmo nella Trattoria Piacenza, modestissima a dir vero, ma sufficiente per uno che è abituato allo scarso conforto dei gias.

Povera bestia, con quale ingordigia addentava i primi bocconi! Mangiammo insieme pacificamente, poi gli diedi dell'acqua nel piatto, e bevette con avidit