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Un mal passo, no certo, che chi s'accosta alla Francia fa sempre guadagno, e guardiamo il Trivulzio... Viva il Trivulzio! Certo, il Trivulzio, ed io non ci pensavo. Considerate ora voi che accoglimento ci vorr

Giù nel quartiere di Serravalle vociare e confusione. Gli arditi si precipitano in un portone. Li raggiungiamo troppo tardi. Quando entro tre bosniaci sono a terra sventrati. Non mi pento d'essere arrivato in ritardo poichè vedo nello loro tre mani destre tre enormi mazze ferrate. Buon giorno, Marinetti, mi dice il colonnello Trivulzio, con la pipa in bocca.

Bestemmie degli ufficiali presi nei vortici della folla grigia-nera che non cede, resiste alle lente sbuffanti locomotive in manovra coi meccanici che si sporgono gridando. Mi sento chiamare. E' il colonnello Trivulzio alto montanaro dal viso sessantenne alcoolizzato ma solidissimo, occhi giocondi vivacissimi, pipa in bocca.

Scornato e vergognoso della rotta che i soldati del Trivulzio avevan patito, sgomentato del numero e del valore dei ribelli lombardi che trovavansi in Reggio, e maledicendo la propria fortuna la quale avealo messo al posto del Lautrec nel momento più pericoloso, si pose in quel stesso in viaggio per Milano.

Comecchè io abbia tolto a favellare unicamente dei fatti di arme dello Assedio di Roma, non devo tacere delle donne patrizie o no ma nobilissime tutte che si consacrarono alla cura dei feriti. Taluna di loro poi girò nel manico, e da per volle guasta la sua bella fama; anco gli scrittori clericali non si rimasero da turpi contumelie, ma se questi insudiciano non però fanno macchia, ed io con dolore ma non senza orgoglio registro, che Cristina Trivulzio principessa venne meno a medesima, chi crebbe fu Giulia Modena popolesca. Quando ci fu mestieri panni pei feriti si rinvenne mezzo spedito a procurarli oltre il bisogno; si tolsero carrette, e ad esse dietro parecchi uomini dabbene aggiravansi per la citt

Il Mandello mentre stava ascoltando s'accorse di un tal lezio fatto da codesto giovane ad uno che gli veniva d'appresso, e quando si fu di poco allontanato li udì sghignazzare. Fra que' soldati sentì poi taluno che parlava il dialetto milanese, tal'altro il francese. Udì finalmente pronunciato il nome di Alessandro Trivulzio. Sapeva esser il governatore, per la venuta del Lescuns, fuori di Reggio, e l'attenzione di tutti esser vòlta a quanto sarebbe uscito da tal conferenza. Però il vedere tanti uomini d'armi, le parole ingannevoli del giovane che gli aveva parlato e il nome del Trivulzio, gli diede molto a pensare, e così, messi da parte i sollazzi che l'attendevano, diede di sprone, al cavallo, e fingendo di allontanarsi da Reggio sempre più, diede di volta a tempo, e a galoppo serrato se ne venne in citt

Enrico scoppiò in una grande risata. Il tutore capì d'aver detta senz'accorgersi una minchioneria. Venti, e tre di puledro, ventitre per lo meno. Tu dunque zio vorresti darmi il cavallo dell'Apocalisse? Sarebbe più vecchio di me. Se lo montassi mancherei di rispetto al Luogo Pio Trivulzio!

Ad un tratto, io mi avanzo con una mitragliatrice in una boscaglia e sbocco in un prato. Ma, ta-ta-ta-ta-ta... due, tre mitragliatrici austriache! Ai! ai! indietro, indietro! sono troppi, siamo pochi! E il colonnello Trivulzio descrive con gesti comici questa subita ritirata buffissima di gente scottata.

Il colonnello Trivulzio dovette sedare energicamente un principio di tumulto fra gli arditi che accalcati nelle strette gole di Serravalle erano impazienti di partire, battersi, inseguire. Gridavano al tradimento, si dichiaravano sacrificati ad altri reparti privilegiati.

»Non meno straniero dell'Italia che nuovo nell'ordine dei sovrani, egli volge con ostentazione agl'Italiani parole che appena si addirebbero ad un Alessandro Farnese, ad un Andrea Doria, ad un Trivulzio il Magno; e si d