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Il cugino Ruggero, l'Ercole adolescente, era partito per sempre; era un pretendente fallito, un'ombra dileguata. Ed anche per Gino Malatesti un'ombra era passata, alle falde del Cimone, ma per andarsi a dileguare nella val di Nievole.

Il sole calava, in una gloria di fiamme, dietro la collina di Serravalle, che chiude la valle dell'Ombrone da quella della Nievole. Tutto ad un tratto, Spinello vide comparire sul ciglio del muro nerastro una figura di donna. Era la dama del castello Buontalenti; lo dimostrava assai chiaramente la nobilt

E un altro vago fenomeno, rimirando giù in basso, l’aveva sorpreso. In ogni pianura che la ricingano i monti, il cadere del sole offre sempre un aspetto di meraviglia: ma qui e in questa stagione, direi soprammodo incantevole per certa speciale configurazione dei luoghi. Infatti la catena dei poggi che si dilunga da settentrione a mezzodì, divide a ponente questa valle d’Ombrone da quella di Nievole: ed il sole col calarvisi dietro, manda refratti i suoi raggi quasi che paralleli attraverso alle depressioni della giogaia, e all’alte torri del castello di Serravalle; e stampa per cotal guisa sulla verde pianura, in direzione di levante, brillantissime strisce dorate, che tratto tratto mutando di luogo, producono effetti sempre nuovi e bellissimi. Per lo che ei vedeva per esse Pistoia investita come da un torrente di luce, e tinte in bel porporino le sue mura e le torri; mentre, altri lucidi solchi si distendevano su i circostanti terreni, in quel tempo la più parte palustri: e tanto splendore seguitando con l’occhio, quelle vivide strisce le scorgea prolungate sino a Firenze. E se elevandosi un poco per le dette colline, cotal fenomeno era bello in quel tempo, non è a dire quanto apparisca più incantevole adesso; potendovisi scorgere a occhio nudo, quando l’aria sia pura, irragiata la gran torre del palazzo della Signoria, e la cupola di S. Maria del Fiore: monumenti secolari i più maestosi e per arte stupendi. S’aggiungano a questi cento e cento altri de’ più moderni che stan cogli antichi in così vaga armonia; e Firenze dovremo pur convenire che l’è unica forse delle citt