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l'una gente sen va, l'altra sen vene; e tornan, lagrimando, a' primi canti e al gridar che piu` lor si convene; e raccostansi a me, come davanti, essi medesmi che m'avean pregato, attenti ad ascoltar ne' lor sembianti. Io, che due volte avea visto lor grato, incominciai: <<O anime sicure d'aver, quando che sia, di pace stato,

Incominciai allora a fantasticare sulle probabilit

l’una gente sen va, l’altra sen vene; e tornan, lagrimando, a’ primi canti e al gridar che più lor si convene; e raccostansi a me, come davanti, essi medesmi che m’avean pregato, attenti ad ascoltar ne’ lor sembianti. Io, che due volte avea visto lor grato, incominciai: «O anime sicure d’aver, quando che sia, di pace stato,

Ma quella ond'io aspetto il come e 'l quando del dire e del tacer, si sta; ond'io, contra 'l disio, fo ben ch'io non dimando'. Per ch'ella, che vedea il tacer mio nel veder di colui che tutto vede, mi disse: <<Solvi il tuo caldo disio>>. E io incominciai: <<La mia mercede non mi fa degno de la tua risposta; ma per colei che 'l chieder mi concede,

Lo buon maestro a me tutto s'accolse, dicendo: <<Di` a lor cio` che tu vuoli>>; e io incominciai, poscia ch'ei volse: <<Se la vostra memoria non s'imboli nel primo mondo da l'umane menti, ma s'ella viva sotto molti soli, ditemi chi voi siete e di che genti; la vostra sconcia e fastidiosa pena di palesarvi a me non vi spaventi>>.

l’una gente sen va, l’altra sen vene; e tornan, lagrimando, a’ primi canti e al gridar che più lor si convene; e raccostansi a me, come davanti, essi medesmi che m’avean pregato, attenti ad ascoltar ne’ lor sembianti. Io, che due volte avea visto lor grato, incominciai: «O anime sicure d’aver, quando che sia, di pace stato,

Si` com'io fui, com'io dovea, seco, dissemi: <<Frate, perche' non t'attenti a domandarmi omai venendo meco?>>. Come a color che troppo reverenti dinanzi a suo maggior parlando sono, che non traggon la voce viva ai denti. avvenne a me, che sanza intero suono incominciai: <<Madonna, mia bisogna voi conoscete, e cio` ch'ad essa e` buono>>.

l'una gente sen va, l'altra sen vene; e tornan, lagrimando, a' primi canti e al gridar che piu` lor si convene; e raccostansi a me, come davanti, essi medesmi che m'avean pregato, attenti ad ascoltar ne' lor sembianti. Io, che due volte avea visto lor grato, incominciai: <<O anime sicure d'aver, quando che sia, di pace stato,

Volsimi a loro e <<O gente sicura>>, incominciai, <<di veder l'alto lume che 'l disio vostro solo ha in sua cura, se tosto grazia resolva le schiume di vostra coscienza si` che chiaro per essa scenda de la mente il fiume, ditemi, che' mi fia grazioso e caro, s'anima e` qui tra voi che sia latina; e forse lei sara` buon s'i' l'apparo>>.

Ma quella ond’ io aspetto il come e ’l quando del dire e del tacer, si sta; ond’ io, contra ’l disio, fo ben ch’io non dimando’. Per ch’ella, che vedëa il tacer mio nel veder di colui che tutto vede, mi disse: «Solvi il tuo caldo disio». E io incominciai: «La mia mercede non mi fa degno de la tua risposta; ma per colei che ’l chieder mi concede,