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Ad ascoltarli er'io del tutto fisso, quando 'l maestro mi disse: <<Or pur mira, che per poco che teco non mi risso!>>. Quand'io 'l senti' a me parlar con ira, volsimi verso lui con tal vergogna, ch'ancor per la memoria mi si gira. Qual e` colui che suo dannaggio sogna, che sognando desidera sognare, si` che quel ch'e`, come non fosse, agogna,

volsimi a la sinistra col respitto col quale il fantolin corre a la mamma quando ha paura o quando elli è afflitto, per dicere a Virgilio: ‘Men che dramma di sangue m’è rimaso che non tremi: conosco i segni de l’antica fiamma’. Ma Virgilio n’avea lasciati scemi di , Virgilio dolcissimo patre, Virgilio a cui per mia salute die’mi;

Ognuna in giù tenea volta la faccia; da bocca il freddo, e da li occhi il cor tristo tra lor testimonianza si procaccia. Quand’ io m’ebbi dintorno alquanto visto, volsimi a’ piedi, e vidi due stretti, che ’l pel del capo avieno insieme misto. «Ditemi, voi che strignete i petti», diss’ io, «chi siete?». E quei piegaro i colli; e poi ch’ebber li visi a me eretti,

Ben m’accorsi ch’elli era da ciel messo, e volsimi al maestro; e quei segno ch’i’ stessi queto ed inchinassi ad esso. Ahi quanto mi parea pien di disdegno! Venne a la porta e con una verghetta l’aperse, che non v’ebbe alcun ritegno. «O cacciati del ciel, gente dispetta», cominciò elli in su l’orribil soglia, «ond’ esta oltracotanza in voi s’alletta?

Volsimi a loro e <<O gente sicura>>, incominciai, <<di veder l'alto lume che 'l disio vostro solo ha in sua cura, se tosto grazia resolva le schiume di vostra coscienza si` che chiaro per essa scenda de la mente il fiume, ditemi, che' mi fia grazioso e caro, s'anima e` qui tra voi che sia latina; e forse lei sara` buon s'i' l'apparo>>.

da l’altra parte m’eran le divote ombre, che per l’orribile costura premevan , che bagnavan le gote. Volsimi a loro e: «O gente sicura», incominciai, «di veder l’alto lume che ’l disio vostro solo ha in sua cura, se tosto grazia resolva le schiume di vostra coscïenza che chiaro per essa scenda de la mente il fiume,

Ben m’accorsi ch’elli era da ciel messo, e volsimi al maestro; e quei segno ch’i’ stessi queto ed inchinassi ad esso. Ahi quanto mi parea pien di disdegno! Venne a la porta e con una verghetta l’aperse, che non v’ebbe alcun ritegno. «O cacciati del ciel, gente dispetta», cominciò elli in su l’orribil soglia, «ond’ esta oltracotanza in voi s’alletta?

Ad ascoltarli er'io del tutto fisso, quando 'l maestro mi disse: <<Or pur mira, che per poco che teco non mi risso!>>. Quand'io 'l senti' a me parlar con ira, volsimi verso lui con tal vergogna, ch'ancor per la memoria mi si gira. Qual e` colui che suo dannaggio sogna, che sognando desidera sognare, si` che quel ch'e`, come non fosse, agogna,

Ognuna in giù tenea volta la faccia; da bocca il freddo, e da li occhi il cor tristo tra lor testimonianza si procaccia. Quand’ io m’ebbi dintorno alquanto visto, volsimi a’ piedi, e vidi due stretti, che ’l pel del capo avieno insieme misto. «Ditemi, voi che strignete i petti», diss’ io, «chi siete?». E quei piegaro i colli; e poi ch’ebber li visi a me eretti,

Ben m'accorsi ch'elli era da ciel messo, e volsimi al maestro; e quei fe' segno ch'i' stessi queto ed inchinassi ad esso. Ahi quanto mi parea pien di disdegno! Venne a la porta, e con una verghetta l'aperse, che non v'ebbe alcun ritegno. <<O cacciati del ciel, gente dispetta>>, comincio` elli in su l'orribil soglia, <<ond'esta oltracotanza in voi s'alletta?