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Aggiornato: 16 giugno 2025
I fati mi avvolsero fino dalla nascita la sventura intorno alla vita come le fasce della infanzia: la sventura mi porse con le mammelle rigide un latte acerbo, ma la sventura ancora mi ha ricinto i fianchi con la zona della costanza; per cui dentro il carcere senza fine amaro incominciai questo racconto, e dentro il carcere adesso io lo compisco.
<<Io ti seguitero` quanto mi lece>>, rispuose; <<e se veder fummo non lascia, l'udir ci terra` giunti in quella vece>>. Allora incominciai: <<Con quella fascia che la morte dissolve men vo suso, e venni qui per l'infernale ambascia. E se Dio m'ha in sua grazia rinchiuso, tanto che vuol ch'i' veggia la sua corte per modo tutto fuor del moderno uso,
Si` com'io fui, com'io dovea, seco, dissemi: <<Frate, perche' non t'attenti a domandarmi omai venendo meco?>>. Come a color che troppo reverenti dinanzi a suo maggior parlando sono, che non traggon la voce viva ai denti. avvenne a me, che sanza intero suono incominciai: <<Madonna, mia bisogna voi conoscete, e cio` ch'ad essa e` buono>>.
Bambina! Se, per esempio, domani io fossi morta? Ma taci! E io la presi alle tempie e incominciai a baciarla su la bocca, su le gote, su gli occhi, su la fronte, su i capelli, con baci rapidi e leggeri. Ella si lasciava baciare. Anzi, quando io mi arrestai, mormorò: Ancora! Ritorniamo nella nostra stanza io pregai, traendola. Ella si lasciava trarre.
Immobile al mio posto, subivo quel tedio delle membra che prova la sentinella notturna nella prim'ora di guardia. Incominciai a volgere gli occhi e la testa lentamente qua e l
L'indomani mattina scesi alle sei e incominciai subito ad aspettarla; scioccamente, perchè non era probabile che scendesse prima delle sette e mezzo o delle otto. Discese alle nove e la vidi un solo momento; forse aveva preso il thè in camera. Era in toeletta da passeggio e mi salutò come chi vuol essere cortese ma non desidera compagnia.
Quando incominciai l'assalto col maestro, sotto gli occhi di tutti i presenti, s'impadronì di me una particolare eccitazione nervosa che raddoppiò la mia energia. E sentivo su la mia persona lo sguardo fisso di Filippo Arborio.
Allora incominciai a vivere da solo, a pensare, a meditare, ad operare da solo. Entrai in una nuova sfera di osservazioni, in una sfera più elevata, più attiva: studiai i rapporti che legavano ai destini dell'umanit
Guardo alla libreria polverosa.... O poeti, non vi leggo più! penso che anch'io volevo essere romanziero storico: e, dopo il mio amore, romanziere antico. Incominciai col Buondelmonte e finii coll'abbozzo Tisi. Ho qui un vasetto di viole del pensiero. Da sei anni a primavera ho questa gentile compagnia: viole ed illusioni. I miei amici vedendomi, triste, mi dicono per consolarmi: Prendi moglie....
dimmi se Romagnuoli han pace o guerra; ch'io fui d'i monti la` intra Orbino e 'l giogo di che Tever si diserra>>. Io era in giuso ancora attento e chino, quando il mio duca mi tento` di costa, dicendo: <<Parla tu; questi e` latino>>. E io, ch'avea gia` pronta la risposta, sanza indugio a parlare incominciai: <<O anima che se' la` giu` nascosta,
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