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Aggiornato: 12 maggio 2025
Abbracciai a un tempo dell'occhio il gruppo di quelle due teste leggiadre, e mi arrestai ad osservarlo. Quei due visi avevano la stessa impronta, le stesse linee, la stessa mobilit
E mi arrestai, gi
Col piede sul gradino del cancello mi arrestai, la testa nelle mani, esitando. Poi mi feci animo: sospinsi il battente, traversai, come un ladro, lo spazio ghiaioso, ed affrontai la lunga scala.
Ma quando udii dietro di me un altro galoppo e m'accorsi che Federico m'inseguiva alla gran carriera, temendo per lui, con una strappata violenta arrestai il povero animale che s'impennò, rimase un istante inalberato come per precipitarsi nell'acqua, poi ricadde. Io ero incolume. Ma sei impazzito? mi gridò Federico, sopraggiungendo, pallidissimo. T'ho fatto paura? Perdonami.
Lo seguii istintivamente, ma mi arrestai tosto, udendo la voce di Bazzetta che, nascosto dietro lo spigolo, parlava a bassa voce al campanaro, a due passi dalla finestra. Ricordati bene di quanto ti dico. Non pronunciar mai, in presenza del forestiero, nè il nome, nè il cognome del dottore. Se ti occorre parlargli, di' «signor dottore» e basta. Hai capito?
Bambina! Se, per esempio, domani io fossi morta? Ma taci! E io la presi alle tempie e incominciai a baciarla su la bocca, su le gote, su gli occhi, su la fronte, su i capelli, con baci rapidi e leggeri. Ella si lasciava baciare. Anzi, quando io mi arrestai, mormorò: Ancora! Ritorniamo nella nostra stanza io pregai, traendola. Ella si lasciava trarre.
Come io fui giunto al quartiere remoto che egli abitava, mi arrestai dubitoso; e parvemi imprudente il visitarlo a quell'ora. Ma poi che io mi ostinava a voler cancellato col pensiero il tempo che ci aveva tenuto divisi, conchiusi che il mio Raimondo di collegio non si sarebbe offeso di questa licenza, e in due salti fui ai terzo piano.
Avvicinandomi al muro mi sentii mancar sotto il pavimento: il marmo è incavato! Uscendo dalla nicchia, mi arrestai lungo tempo a contemplare la vòlta e le pareti della cappella principale, la sola parte della moschea che si conservò quasi intatta.
Nel gabinetto da studio figuravano le più belle vedute di Milano, che mi arrestai a contemplare con uno stringimento di cuore. Il tinello aveva due bei panorami del lago di Como, e le pareti del salotto portavano i ritratti di alcuni fra i più grandi benefattori del genere umano.
Allora mi decisi di abbandonarlo sulla via per non distrarlo dalla ricerca del suo padrone, e presi un sentiero che salendo in fianco alla strada s'inerpicava sulla montagna; ma egli mi seguì tranquillamente; mi arrestai a contemplarlo, e pensai: esso è solo al mondo, povero cane, e il suo istinto lo spinge a trovarsi un compagno. Era più brutto che bello, ma aveva due occhi umani pieni di bont
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