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Spesso, fumando una sigaretta, sdraiato su una poltrona, mi compiaccio di fantasticare la misteriosa tragedia del cuore della vecchia cugina, e penso che la canzonetta di Cimarosa ha dovuto essere per lei un'ineffabile consolazione nella lunga tristezza della solitaria sua vita.

Il conte pensava anche a quella donna morta, a quanto dicevasi, di veleno a Venezia, e si sentiva tratto a fantasticare su quella circostanza; ma cessò presto dall'occuparsene. Sapeva che non bisogna mai lasciarsi trasportare dalla immaginazione, che può condurre lontanissimo dal vero, e fare scorgere misteri, laddove non sono che cose naturalissime.

E si mise a fantasticare sopra un lavoro serio che voleva dar fuori, sopra un viaggio, che doveva fare, su certi studii critici che voleva compiere, e camminava leggiero leggiero, salutando, sorridendo, soffermandosi, guardando le vetrine luccicanti e promettenti, sbirciando i bei visini, sino a che un grande vuoto nello stomaco lo avvertì dell'ora del pranzo.

Il navicello si moveva, , ma aggirandosi intorno a stesso, senza nulla guadagnare verso il lido, talchè, stanca, rifinita, scoraggiata, tornò la dolorosa a sedersi, a levarsi in grembo il fanciullo, a coprirsi gli occhi con le mani, a piangere ancora, a fantasticare.

Cessate di chiamarvi latini, tedeschi e slavi! non siete tutti Europei? Perchè fantasticare una differenza di origine? Una è la terra che vi ha generati; identici i costumi, pari la civilt

Così, desiderarlo, rivederlo, fantasticare, staccarsene, desiderarlo di nuovo, formavano la storia della sua vita; vita povera di casi, ricca di sentimenti, e tutta dominata da quel non so che di misterioso, che tanta dolcezza sparge e tante pene sul prino amore, che ci fa sudare e rabbrividire, gemere e cantare, piangere e ridere senza aver di che: temere e sperare sapere qual cosa: cento volte in un giorno chiamarci beati, e cento crederci le più misere creature; quel bene, quel male, che non si conosce al vero se non quando o crebbe fino al colmo della contentezza, o restò fulminato dalla sventura.

Circa quel tempo le lettere di Vicenzino cominciarono a farsi meno verbose, meno sentimentali. Aveva realmente qualche cosa da scrivere all'amico, un'angoscia da confidargli. Suo padre era ammalato. Egli cessò di fantasticare sull'amicizia, per descrivere le sofferenze dell'infermo, la tosse, l'affanno, le veglie; per riferire i giudizi del medico.

Un capo scarico avrebbe creduto di trovare l'incognita di quella equazione, correndo a fantasticare che la dama avesse avuto mano nell'invito e nella cortese accoglienza del consorte. Aloise era stato lunga pezza in forse, se andasse o no; ma il Pietrasanta gli aveva detto che sarebbe stata una scortesia grandissima la sua, se non avesse risposto pel suo verso all'invito del Torre Vivaldi.

Intanto che ella rimaneva a fantasticare, i minuti passavano. Si riscosse a questo pensiero. Il vecchio ubbriacone suo padre poteva ritornar presto, e quell'istante perduto non si sarebbe forse ripresentato mai più... Mai più ella avrebbe riavuto tanto coraggio... Rapidamente ella prese una risoluzione e adagio adagio uscì fuori nell'orto.

Dove passa la gaia compagnia con le dolci canzoni par che fioriscan rose ne la via e sorrisi ai balconi. . . . . . . . . . E si perdono i passi e l'ombre e i suoni lontan, lontano, come si perderan le nostre illusioni, la nostra vita e il nome! Ed egli continua a fantasticare, e il sigaro gli si estingue in bocca; ma l'amarezza delle labbra proviene dal sigaro o dalle cose fantasticate?