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Da Alagna a Mollia vi è una strada mulattiera che segue la Sesia, pittoresca, ora fra prati, ora su roccie; da Mollia a Varallo ventisei chilometri si percorrono benissimo in vettura.

Via, non facciamo questi calcoli vergognosi.... Sappi invece che, quando mi capitò il tuo dispaccio, io stavo per iscriverti che ero nominato direttore della miniera di Rignano a pochi chilometri da Valduria, e che la mia posizione è mutata in modo da permettermi di portare il tuo assegnamento mensile a cinquecento lire.

Io lo ricordo nella sua graziosa villetta La Trinacria a pochi chilometri d'Acireale. Il salottino dove ci eravamo fermati a discorrere era arredato a uso impero, cioè rimasto tale quale lo avevano arredato quando la villetta era stata fabbricata. Si ragionava di Firenze, da cui io tornavo in quei giorni dopo cinque anni di dimora.

Mentre i cacciatori dello Alpi eransi fermati nella sera del 14 di giugno per pernottare a S. Eufemia a due chilometri circa da Brescia, il generale Garibaldi riceveva nella notte stessa un ordine dal quartier generale espresso in questi termini: «S. M. il Re desidera, che domattina ella porti la sua divisione su Lonato, dove sar

Molti di noi da due giorni non mangiano; le nostre mogli e i nostri figli hanno fame. Noi non chiediamo che della terra da lavorare!...». Non è inesplicabile questo nel paese che ha quasi un milione di chilometri quadrati di terra che aspettano il lavoro?

Sia pure vostro ospite un Imperatore, bisogna che egli navighi lungamente nel sudiciume di questo immenso acquaio pieno di cocci istoriati, bisogna che i suoi gondolieri zappino coi remi parecchi chilometri di escrementi liquefatti, in un divino odor di latrina passando accanto a barche ricolme di belle immondizie, tra equivoci cartocci galleggianti, per poter giungere da vero Imperatore alla sua mèta, contento di e del suo scettro imperiale!

Il passo rapido dei primi veniva sentito dagli ultimi e le punte delle scarpe di una fila andavano sul dorso delle scarpe di un'altra. Da questo bagno al Castellaccio c'erano, su per giù, tre chilometri. Era una strada malagevole che si ascendeva sudando come bestie, sotto un sole di giugno che scottava fin negli occhi. Perdevamo la lingua come i cani.

Squillarono le trombe pel castello e per le vie, e a mezzogiorno circa gli scarni battaglioni uscirono in silenzio e con ordine di stare all'erta dalla porta attigua al palazzo Piombino per alla volta di Montana, a un due chilometri di lassù. Il nostro piccolo esercito offriva l'aspetto il più pittoresco.

Ah! a San Germano! Sei chilometri! urlò Vicenzino; e via, con una corsa disperata verso la strada maestra. Seguitelo, seguitelo; non vedete che impazzisce? gridava il signor Dogliani tremando tutto sulle vecchie gambe. Intanto il contadino era riuscito a raggiungere Vicenzino, e gli aveva strappata la lettera che egli continuava ad agitare in alto senza sapere quel che facesse.

C'è ancora molto? chiese Lidia. Tre chilometri, rispose il signor Pfaff, rigido al suo posto. Sei stanca? domandai io alla donna. Ella negò col capo e mi volse la bocca in modo ch'io fui costretto a ribaciarla. Traversando il primo dei ponti che s'incontrano su quella strada, vedemmo il Reno orribilmente serrato fra due montagne a picco, furioso di spuma.