United States or Comoros ? Vote for the TOP Country of the Week !


E dice: il tuo signor nel campo uscita Fece, o Reina, ivi pugnò qual forte; Al nemico AMEDEO diede ferita, Ma le battaglie non han stabil sorte; Tu sai, che per l'onor cara è la vita, E che pur per l'onor cara è la morte; Ben verso lui, s'è di mestier soccorso, Bostange, Araspe e 'l buon Giassarte è corso.

Indi sen esce, e sul gran pian comparte L'ordin de la battaglia; al manco lato Pon Turacano, al destro il fier Giassarte; Bostange al mezzo, e 'l fiero Alcasto ha dato, I cavalieri a l'una e l'altra parte; Così comanda, e ne l'acciar gemmato Sul gemmato destrier lunge risplende, E gli stuoli schierati a guardar prende.

Quivi lo sguardo nel guerrier rivolto Spinse dietro le voci alto sospiro; E Bostange si diè con saldo volto A di lui consolar l'aspro martiro: Quale hai dal fianco sospirar disciolto? E dal tuo mesto cor quai note usciro? Uomo, ch'imbianca guerreggiando il crine, Non sa che de gli assalti è dubbio il fine?

In altra parte, ove con forte acciaro Tronca Bostange de' Cristian la vita, Sen van duo cavalieri a paro a paro, Col cor superbo e con la destra ardita; Un colse l'aura, e 'l primo sguardo al chiaro Sole egli aperse, e fe' nel mondo uscita La, 've guarda del mar l'alta riviera Cinta d'ameni colli Udine altiera.

Ma poi che 'l bel mattin per l'aria pura D'oro lucido e d'ostro il ciel dipinge, Alle piume Ottoman pronto si fura, E veste i regj manti, e 'l brando cinge. Allor Bostange, i cui pensier la cura Degli aspri assalti vigilar costringe, Inchino fassi al gran tiranno appresso; E così favellava in suon dimesso: XIII

Quinci un momento sol non spende in vano; Ma di Bostange ella vestì sembianza, E volò trasformata ad Ottomano L

minaccioso ei favellava; e d'ira Versa per gli occhi un duro incendio fuora; Poscia in verso i cavalli il passo gira, E con Araspe, ed Ebräin dimora. Quando non più parlar Bostange il mira, Chinando il capo il sommo Duce onora, Ed indi parte; e de l'armate schiere Favella ai Duci con sembianze altiere.

Tu ver le tende di Sultana andrai, E palese farai nostra partita A sua grandezza, e come è giusto avrai Cura, Ebrain, de la real sua vita. Così non vil, ma cauto in mezzo a guai Bostange favellò con fronte ardita, E sprezzando egualmente ogni riposo Alcun di quei baron non fu ritroso.

Onde io quì venni: ed, o Bostange, oh quanto Per noi raccolgo suscitarsi affanno! Come estinto rimansi il nostro vanto! In fumo i nostri onor come sen vanno! Giorno eterno di duol, giorno di pianto, Giorno dove il morir fia 'l minor danno; E tu pur chiedi, se mia piaga è forte? Avessemi ella gi

Alto crollando de le piume sparte I gran cimier su la velata testa Bostange, Alcasto, e 'l non minor Giassarte D'uccider mai, mai di ferir non resta; E quinci appar di sanguinoso Marte Più crudele sembianza e più funesta, Di ferri scossi più terribil suono Più minacciar, più dimandar perdono.