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E una dama vantandosi avea detto in quel: Mai feci figli a un tavoliere. Non dimandar se il rider fuori scocca, perch'era quella da' sei denti in bocca. Marco dal Pian di San Michel, poeta, era venuto, e all'apparir di quello, parve che fosse giunta la cometa, al gridar di parecchi: Véllo, véllo.

Baie tutte queste: è tempo, o signori, che la donna non sia più manomessa, è tempo che ella entri nei pubblici uffici, è tempo che le si concedano quei sacrosanti diritti.... Dio! come si rider

Frattanto, o caro, vi contenterete ch'io rida un po', ché da rider mi viene. I' so che a male non lo prenderete. E cominciava a rider molto bene; e pur lo guarda, e ride, ride, e il guarda. Terigi ride anch'esso a quella giarda. Perocché gli sembrava gran fortuna la sposa sua allegra lo accettasse.

Vispa, civettuola, la Rosetta sapeva di piacere e si divertiva a lasciarsi corteggiare, per rider dei gonzi, diceva lei, giacchè non era così grulla da innamorarsi a spese della salute e del buon umore, e in quanto al prender marito non c'era furia, chè un marito è un tiranno e nient'altro. A ogni modo, di mariti c'era abbondanza; bastava volere.

Ei della vita tua la miglior parte Avido succhia, e il fuoco di tue vene; E quel vampiro è l’Arte. Nelle tue veglie solitarie, oh, quante, Quante volte esso venne al tuo guanciale, Famelico e guatante!... Tu d’Apollo nascesti al vieto regno; Ma in questo secol bottegaio e tristo È un delitto l’ingegno. Su, denuda nel verso prepotente Le vive piaghe del tuo cor; sul viso Ti rider

Rider vorrìa l'incredulo intelletto, E falla qui a lui stesso la impudenza: Qui riconoscer debbe ei con dispetto Esservi un Bel che sforza a reverenza: Istorïate scene del Vangelo Han qui una voce che rammenta il Cielo. Di Varallo i sacelli adorni sono Di cento effigie di gentil lavoro: Ed una v'ha che par d'angioli un dono, Cotanto pinge di Maria il martoro!

ma di quest'acqua convien che tu bei prima che tanta sete in te si sazi>>: cosi` mi disse il sol de li occhi miei. Anche soggiunse: <<Il fiume e li topazi ch'entrano ed escono e 'l rider de l'erbe son di lor vero umbriferi prefazi. Non che da se' sian queste cose acerbe; ma e` difetto da la parte tua, che non hai viste ancor tanto superbe>>.

dal mio maestro, e «Non aver paura», mi dice, «di parlar; ma parla e digli quel ch’e’ dimanda con cotanta cura». Ond’ io: «Forse che tu ti maravigli, antico spirto, del rider ch’io fei; ma più d’ammirazion vo’ che ti pigli. Questi che guida in alto li occhi miei, è quel Virgilio dal qual tu togliesti forte a cantar de li uomini e d’i dèi.

Mi preparai dunque, con malinconica rassegnazione, a gesticolare, a far rider la gente e a lasciarmi condurre come un bambino, e mi posi a cercare cogli occhi in mezzo alla folla dei facchini e dei ragazzi che aspettavano i passeggieri sulla riva, una faccia più umana delle altre, a cui affidare la mia valigia e raccomandare la mia vita.

E cominciava: «O vergin, vergin bella, estro e natura canora e sonora». Marco poeta a rider si smascella, e critica ogni detto che vien fuora. I paladini eran divisi a quella: chi dice bene e chi la disonora. Dodone ne traeva un suo piacere, e va chiedendo a tutti il lor parere. Ed a chi dicea bene, ei dicea male; ed a chi dicea male, ei dicea bene.