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Date otto giorni di vacanza all'impiegato, tre feste di seguito al bottegaio, un piccolo fallimento che costringa a quindici giorni di ozio un negoziante, e se costoro non fanno dare in ismanie le loro Penelopi, come io la mia senza colpa, mi si mozzi un dito, mi si mozzi!

L'Assereto, voleva ad ogni costo trovar modo di aiutare l'amico Salvani. A grossi guadagni non c'era da pensare, pur troppo; ma occorreva procacciargli tanto da tirar avanti la barca, aspettando una giornata di buon vento. Quel tanto, gli pareva di averlo trovato presso un ricco bottegaio, il quale «sapeva poco di lettera», e aveva bisogno di uno, che ogni sera gli mettesse a segno i suoi conti.

Il bottegaio, il quale non credeva che la vera libert

Mi restava però una gran voglia di fare un po' di conversazione con qualche buon saragozzano, e dopo desinare andai al caffè, dove trovai subito un capomaestro e un bottegaio, che tra un sorso e l'altro di cioccolatte, mi esposero lo stato politico della Spagna e i mezzi più efficaci «Di portar la baracca a salvamento

Poi correva verso casa, ed in capo alla contrada alzava la lettera, la faceva sventolare gridando: C'è la lettera del bersagliere! C'è la lettera del bersagliere! Era sempre qualche bottegaio che gliela leggeva.

Dopo circa un miglio di strada fatta a lentissimo trotto dal quasi esausto bucefalo, Alfredo ed il bottegaio sono gi

Figuratevi che quindici giorni or sono, anzi, se non piglio errore, pochi giorni dopo che io vi avevo parlato di quel poco guadagno che il signor Lorenzo faceva, il bottegaio, senza dirgli can gatto, lo ha mandato con Dio. Il Bello, mentre Michele parlava, si messe a centellare il fondigliolo del bicchiere, spiando con gli occhi il volto del compagno. Il candore di Michele lo rassicurò.

Aspettava certi denari da un tale che era debitore di suo padre, ma che faceva orecchi da mercante. Per colmo di sventura, da due mesi gli si era inaridita quella scarsa vena di guadagno che egli ritraeva dal bottegaio, a cui teneva i libri. Una sera, andando dal suo Creso per la consueta bisogna, il povero giovine aveva ricevuto il suo congedo.

Il bottegaio ci avvelena colle sue falsificazioni, il medico ci inganna colla sua piet

Ei della vita tua la miglior parte Avido succhia, e il fuoco di tue vene; E quel vampiro è l’Arte. Nelle tue veglie solitarie, oh, quante, Quante volte esso venne al tuo guanciale, Famelico e guatante!... Tu d’Apollo nascesti al vieto regno; Ma in questo secol bottegaio e tristo È un delitto l’ingegno. Su, denuda nel verso prepotente Le vive piaghe del tuo cor; sul viso Ti rider