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Ninuccia bella? Non senti la mia voce? Ferdinando State zitto. Lo vedete come rinviene? Vannucci È vero, è vero! Nina Vannucci In casa mia, Nina. In casa del vostro direttore. Nina Ferdinando Sss.... State zitto! È ancora tutta spaurita.... Figuratevi! Appena uscita dalla scuola, aveva presa tale una rincorsa che pareva una pazza, pareva.

Non ci sarò per nessuno; siete contento? Ah, voi siete un.... Zitto! Non ho le ali. Se le avessi, sarei tornata prima d'ora. Figuratevi; ho dovuto andare fin quasi in fondo di via Doragrossa, per trovare una certa stoffa... A proposito, siete così buono da tenermi questo involtino? Oh povere mani! esclamò egli sollevandola prontamente di quelle poche once che poteva pesare l'involto.

Figuratevi dunque una cavalleria di persone in cilindro, in papalina e col cappello alla Pouff, eppoi ditemi che noi non avevamo qualche rassomiglianza, se non altro nella tenuta, con i celebri eroi del novantadue.

Figuratevi, belle dame, se Cuno piangesse, continua l'abate, nel mettere piede fuori la soglia claustrale. Egli a vero dire non piangeva gi

Figuratevi il mio spavento; gridai, piansi, la zia cercò di tranquillarmi dicendo che il signor De Boni, se ero saggio, mi avrebbe trattato bene, che mi avrebbe portato amore... ma finiva sempre col piangere desolatamente; non credeva nemmanco lei a quelle sue parole. Un giorno fui condotto dal cavallante nel seminario di Novara.

Dovete dunque sapere, mie belle dame, che in una piccola terra di Toscana, non ha molti anni, viveva un falegname, povero ma distinto per pensieri onesti. Dio aveva confortato il suo letto maritale di due figliuoli. Il maggiore, chiamato Cuno, aveva indole, figuratevi! tenebrosa e selvaggia come toro non domesticato, carattere altero, indomito, e sopra ogni credere ostinato e tenace nel suo proponimento. L'altro poi, Goccelino, di otto anni più giovane di Cuno, era un folletto, vispo, franco, sempre vago di piaceri e di armi, generoso e liberale come poteva. Perciocchè il corpo, giusta le dottrine del santo padre Aristotile, prende la qualit

Ieri, figuratevi, ho giuocato.... Maledetto vizio! Ma vi assicuro che è stata l'ultima volta, e non mi ci colgono più. Intanto mi sono squattrinato, e salvo quel poco danaro delle male spese, non ho più nulla, più nulla. S'immagini il lettore come rimanesse Michele a quel racconto del Bello.

I meno cotti, all'inatteso spettacolo, pensando si trattasse di una burletta di quella matta di Rosilde, che quella sera li aveva invitati, come diceva il biglietto «all'ultima cena» levarono alte risa e batterono le mani; e afferrato un candeliere fecero scorta recitando le preci dei defunti. Figuratevi come rimanessero quando si accorsero che la cosa era pur troppo seria.

Si seppe allora, dopo aver preso lingua dai pratici, che era il deputato Ariberti, quel desso che con un discorso aveva fatto cascare il gabinetto anteriore, e non dal sonno, pur troppo, come avrebbero certamente preferito i vecchi ministri. E pochi minuti dopo, trattandosi d'una notizia di quella importanza, il colloquio dell'onorevole Ariberti col re era stato strombazzato per tutte le sale; figuratevi che n'erano state perfino informate le dame che di queste cose per solito non si d

Figuratevi che per ficcarne uno di poche linee nella cronaca d'un giornalone politico, aveva... Ma no, non lo dirò, perchè non mi si accusi di aver disvelato i misteri d'Eleusi ai profani. In cui è dimostrato, contrariamente al proverbio, che chi non cerca trova.