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Tanto peggio per voi, dice l'abate, e continua, stringendosi nelle spalle: » In questi tempi capitò per quel paese l'imperatore Enrico III. Il marchese gli andò incontro per festeggiarlo, e menarselo al castello. Lo accompagnò Goccelino come scudiero.

Giselberto forte s'indigna della soverchieria che si pensa fatta per trappolargli un cavallo, e manda a vedere alla camera dell'altro fratello. Allo spettacolo miserando si commuove ognuno. Tutto il castello si caccia sossopra, si mette in opera ogni sollecitudine per aiutare il disgraziato. Cuno in effetti rinviene, e domanda di Goccelino. Gli narrano della fuga di lui.

Goccelino scomparve. Il portinaio allampanato gli tiene dietro dell'occhio; infine si segna di croce e sclama: Gran peccatore dovr

Ma ciò non torna nulla al caso; imperciocchè anche dopo sei mesi una femmina può partorire, e la prole vivere. Non pertanto io non saprei dirvi quanta fosse l'indignazione di Goccelino. Senza pigliar tempo, senza nulla considerare, ei si reca al letto della moglie, e vilipendendola del nome di adultera, le lacera il seno col pugnale.

Aveva presso di chiamato Cuno, onde non passare al cospetto di Dio così sconfortato e deserto di ambo i figliuoli. Cuno si era recato per dare al padre la benedizione dei moribondi. La pietosa lettera di Goccelino arriva, li commove entrambi. Bonizone lo benedice e spira. E la ragazza? dimanda la principessa di Salerno. La ragazza di Bertradina fu salva da Bonizone.

Goccelino sembrava un demonio nell'un mestiero e nell'altro sebbene, a dir vero, meglio in quello del soldato che in quello del teologo. Diavolo, diavolo, sclama l'arcivescovo, ci sono anch'io. Ora so di chi si favella.

Mercè, sire, risponde Goccelino; l'altezza vostra viva lunghi anni; a me basta la gloria di aver toccata la vostra sacra persona. Il torrente intanto era declinato, il guado reso più praticabile, e la gente dell'imperatore varcata all'altra sponda; così che la sera si giunse a Parma Enrico III aggiustò le cose d'Italia e ripartì per Lamagna.

. Goccelino non era morto; chè anzi, mercè le amorevolezze di Alberada e le mediche cognizioni di lei, riacquistava la salute e di giorno in giorno volgeva alla convalescenza. Il barone non meno della figliuola gli prodigò cure. Ma come lo vide mettersi sul meglio, lo lasciò intero alla sapiente carit

Per molti anni egli tenne celato questo amore, contentandosi di muta adorazione e della proferta di uffici che la damigella non accettava mica con fierezza. Ella sembrava anzi incoraggiare l'ardimento nel giovane di qualche occhiata carezzevole, che era quanto dire in una corte di santi, dove l'amore veniva considerato come peccato. Dopo l'avventura dell'imperatore, Goccelino si fe' più ardito.

Avete detto che torna domani? replica Goccelino. Cosa avete, ser cavaliere? chiede inquieto il portinaio, vi sentireste forse male? Kirie eleison! Gli è pur vero che il padre priore con reliquie ed agnus dei, con miracoli e senza guarisce infermi, Christe eleison! ma evvi ancora il vecchio padre Adalberto che..... Addio, frate, grida l'altro, e volgegli il dorso.