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92 Al Saracin parea discortesia la proferta accettar di Doralice; ma fren gli far

«Apri li occhi e riguarda qual son io; tu hai vedute cose, che possente se’ fatto a sostener lo riso mio». Io era come quei che si risente di visïone oblita e che s’ingegna indarno di ridurlasi a la mente, quand’ io udi’ questa proferta, degna di tanto grato, che mai non si stingue del libro che ’l preterito rassegna.

«Apri li occhi e riguarda qual son io; tu hai vedute cose, che possente se’ fatto a sostener lo riso mio». Io era come quei che si risente di visïone oblita e che s’ingegna indarno di ridurlasi a la mente, quand’ io udi’ questa proferta, degna di tanto grato, che mai non si stingue del libro che ’l preterito rassegna.

52 La proferta a Rinaldo accettar piacque, e molto ringraziò l'oste cortese: poi senza indugio l

<<Apri li occhi e riguarda qual son io; tu hai vedute cose, che possente se' fatto a sostener lo riso mio>>. Io era come quei che si risente di visione oblita e che s'ingegna indarno di ridurlasi a la mente, quand'io udi' questa proferta, degna di tanto grato, che mai non si stingue del libro che 'l preterito rassegna.

<<Apri li occhi e riguarda qual son io; tu hai vedute cose, che possente se' fatto a sostener lo riso mio>>. Io era come quei che si risente di visione oblita e che s'ingegna indarno di ridurlasi a la mente, quand'io udi' questa proferta, degna di tanto grato, che mai non si stingue del libro che 'l preterito rassegna.

Indi spiro`: <<Sanz'essermi proferta da te, la voglia tua discerno meglio che tu qualunque cosa t'e` piu` certa; perch'io la veggio nel verace speglio che fa di se' pareglio a l'altre cose, e nulla face lui di se' pareglio. Tu vuogli udir quant'e` che Dio mi puose ne l'eccelso giardino, ove costei a cosi` lunga scala ti dispuose,

E dopo che l'abate si fu qualcosa rifrancato, ed ebbe bevuta una larga sorsata di vino, continuò: Goccelino dunque corre subito alle scuderie, inforca il primo cavallo che gli si para alla mano e vola a Roma. Cuno era partito allora allora per l'abazia di Cluny. Goccelino gli tiene dietro. Appena e' si arrestava la notte per dare un po' di strame alla cavalcatura. Viaggiava solo, fosco come il turbine, furibondo come il tigre. Egli fece periglioso e stentato viaggio, scavalcò montagne di nevi eterne, valicò fiumi terribili, affrontò uragani, fame, incontro di belve feroci; e sempre in una tetra tensione di spirito, superò tutto, e giunse al monistero di Cluny. Non si nomò Chiese di Cuno suo fratello; ma questi era assente. Intanto gli fu proferta ospitalit

Vorrei che li persuadessi a non esser ostinati, ché non venghi con loro a termini poco onorevoli, come non ho fatto per lo passato. TRINCA. Egli non ricusa Sulpizia, ce l'ho proferta da vostra parte: ne ha tanta voglia, che non vede l'ora che sia sera. Di Cleria non bisogna aver tanta fretta.

Indi spirò: «Sanz’ essermi proferta da te, la voglia tua discerno meglio che tu qualunque cosa t’è più certa; perch’ io la veggio nel verace speglio che fa di pareglio a l’altre cose, e nulla face lui di pareglio. Tu vuogli udir quant’ è che Dio mi puose ne l’eccelso giardino, ove costei a così lunga scala ti dispuose,