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Del decennio l'angoscia mortale Un istante, un accento avea sgombra: Dalla fossa qual reduce un'ombra, Mi stupìan terra ed uomini e ciel. Traversai valli e balze straniere, M'avvïai della patria a' bei lidi, L'Alpe ascesi, ed oh gioia! rividi La natíva penisola alfin. Al dolcissimo letto del padre Egro giunsi, ma giunsi felice: Lui rividi e la mia genitrice; Tra lor braccia mie pene avean fin!

Per altro sopranome io nol conosco, s'io nol togliessi da sua figlia Gaia. Dio sia con voi, che' piu` non vegno vosco. Cosi` torno`, e piu` non volle udirmi. Purgatorio: Canto XVII Ricorditi, lettor, se mai ne l'alpe ti colse nebbia per la qual vedessi non altrimenti che per pelle talpe, come, quando i vapori umidi e spessi a diradar cominciansi, la spera del sol debilemente entra per essi;

35 Vedete in Puglia non minor macello de l'esercito franco in fuga volto; e Consalvo Ferrante ispano è quello che due volte alla trappola l'ha colto. E come qui turbato, così bello mostra Fortuna al re Luigi il volto nel ricco pian che, fin dove Adria stride, tra l'Apenino e l'Alpe il Po divide.

......... Col tuo secondo duca Te vidi io prima, e de lo sacre danze O dimentica o schiva; e pur franco. numeroso il portamento, e tanto Di rosea luce ti fioriva il volto, Che Diva io ti conobbi, e t'adorai. Ed ei lieto ti ridea, lieta D'amor primiero ti porgea la destra, Di fidata compagnia, che primo Giurato avrei che per trovarti ei l'erta Superasse de l'Alpe, ei le tempeste Affrontasse del Tuna, e tremebondo Da la mobil Vertigo e da l'ardente Confusïon battuto in sul petroso Orlo giacesse. Entro il mio cor fêan lite Quegli avversarii che van sempre insieme, Riverenza ed Amor; ma pur pio Aprivi il riso, e non so che di noto Mi splendea ne' tuoi guardi, che Amor vinse, E m'appressai sicuro. E quel cortese, Di cui cara l'immago ed onorata Sarammi, infin che la purpurea vita M'irrigher

Di qui ha veduto il nostro Cimone e l'Alpe di San Pellegrino, l'Alpe di Succiso, il Mal Passo e l'Orsaro; qui gli si è stesa davanti agli occhi quella fila di giganti che sono laggiù i monti Apuani. Non credete voi, Fiordispina, che tutte queste scene di sassi, orridamente belle, ammirate da lui sul colmo di Bismantua, siano entrate per molta parte nella composizione del Poema sacro?

Mal felice è la froda; il sole ardente Non ratto distrugge aria nebbiosa Come CARLO quei crudi, indi repente Empie del suo valor l'alpe selvosa, Isara quivi fulminar lo sente; Il sente, e geme; ei sul destrier non posa Fra sparsi infino al Ciel gridi infiniti Fin che di tronchi non sian carchi i liti.

Fu buona fortuna che l'avvilimento da cui fu subito presa le impedisse di correre verso quella donna e di gridare una brutta parola; ma quando, consumato l'ultimo tizzone non rimase che un focolare di cenere e carboni, quando vide la lieta brigata muoversi per procedere verso l'alpe di Giosuè, dove era la meta della gita, essa persuase Regina ad accompagnarsi a quei signori, e si mise quasi sull'orme della coppia innamorata, suscitando le proteste della sua compagna, a cui pareva un po' troppo pericolosa l'avventura.

Manto fu, che cerco` per terre molte; poscia si puose la` dove nacqu'io; onde un poco mi piace che m'ascolte. Poscia che 'l padre suo di vita uscio, e venne serva la citta` di Baco, questa gran tempo per lo mondo gio. Suso in Italia bella giace un laco, a pie` de l'Alpe che serra Lamagna sovra Tiralli, c'ha nome Benaco.

Erano le cinque dopo il meriggio, quando egli giunse a Fiumalbo, e salutò la petrosa balza del Cimone, tinta di rosso dai raggi obliqui del sole, che andava a nascondersi dietro l'Alpe di San Pellegrino. Capitolo II. I re della montagna. Il Monte Cimone, alle cui falde era confinato il conte Gino Malatesti, è la più alta vetta dell'Appennino centrale.

Ho preso con me un canestro con qualche provvigione di bocca, a buon conto, per non piombare sulla povera Maddalena come un volo di corvi affamati. L'aria dei monti è aguzza come una lesina e non fa mai danno aver con del pan bianco e del formaggio. Più che latte e polenta e acqua fresca l'alpe non d