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Le pareti sono listate, brizzolate, screziate, picchiettate di mille vivissimi colori, e presentan l'aspetto d'una tappezzeria di stoffe chinesi trapunte di fili d'oro, con quegli interminabili intrecci di figure che farebbero ammattire il più paziente musaicista della terra. Eppure in quella sala lavorava un pittore! Lavorava da tre mesi a copiar quelle pareti! Era un tedesco.

«Ma come erano passati i trasporti febbrili di Milano pel bello ed innamorato Massimo, come era passato il grande sconforto per la caduta delle mie illusioni a Reggio, passarono anche i miei rimorsi ed i propositi generosi. Nei romanzi, sul teatro, tutti i principii hanno un fine; tutti gli intrecci giungono ad uno scioglimento. Nella vita codesto accade di rado; tutto passa e si dilegua.

Dai margini, i capricciosi avvolgimenti degli ornati concorrevano talvolta a portare una nota originale, allargandosi dietro le teste gentili a guisa di verzura iperbolica, formando con quei visi eburnei, e quei capelli bruni e fulvi uno stridulo contrasto, creando nuovi intrecci o qualche coppa non mai veduta, da cui sorgevano e la testa e il busto, sveltamente.

«È un racconto semplice, alla mano, senza arruffate vicende, intrecci a sorprese, che si legge volontieri per la spontaneit

Senza posa riposo!... Mollate i freni!... Non potete?... Schiantateli!... A destra, a sinistra io vedo neri mulini dinoccolati, che sembrano correre, a un tratto, sulle loro palmate ali di tela come su gambe smisurate... La luna versa a ondate i suoi chiari beveraggi di delirio e d'amor sovrumano, il suo veemente desiderio di correre con la spada in pugno sopra infocate mura, verso il bacio morente delle bocche immortali... La luna inaffia e abbrucia col suo liquido argento vivo le curve solenni d'un paesaggio illimitato, ungendo di forza e di coraggio i muscoli induriti delle colline striscianti... I torrenti non sono più che lucidi intrecci di spade!...

Ma son costor le stelle tutte e i Soli, Che ad onor de lo strano Ospite accolse Dentro al suo tempio la gentil Carìte? Così non piaccia al dio, che l'arte e il nome D'Ausonia ha in cura! Fra cotanta luce Non splende Olimpio ancor, colui non splende, Che, la fiera spregiando arte dei padri Che tutta chiusa nel vergineo peplo Rigida custodía l'are di Vesta, Una discinta Maddalena adduce A susurrar detti svogliati e strani Per le tiepide alcove, o a tesser balli Vertiginosi fra le nubi, e un'onda Versar quinci di nenie e di sbadigli Sopra a le folleggianti anime umane. Ecco, ei viene, ei risplende. Altero e bello Ne la modestia sua con misurato Passo s'inoltra; e, benchè svelto e lieve Scivoli sovra i piè, pur non sostenne L'arguto calzolar, ch'ei non proceda Senza un qualche rumor; però ch'ei volle Sotto al tornito stivaletto, a cui Ròdope stessa invidierebbe, un nido Porre di crepitanti e scricchiolanti Genî, che possan dire anco ai lontani: Ecco il nume, adorate! In simil guisa Da l'Olimpo al boscoso Ida venía Il saturnio signor, quando a l'incontro Dolce ridente gli schiudea le braccia La placata consorte, e sotto al passo Gli stridean le selvagge aquile e il fascio Dei serpeggianti folgori. A la soglia Fermasi un tratto; la sottil mazzetta Palleggia, ed il sereno occhio d'intorno Muove in cerca di lei, vergine o sposa, Donna o dea, ch'ai suoi lauri un qualche intrecci Gentil fior di pensiero, e stilli unguenti Sopra le nevi del ben culto crine. Bice è l

O Mare gonfio d'odio e di rancori eterni, le mie vene assorbirono la tua liquida follia, e cento volte ti torsero nei loro innumerevoli intrecci, precipitando il tuo folle galoppo sulla china esasperata del mio furore, per gole strangolatrici, attraverso le arterie, verso il mio cuore, verso il mio cuore che tutto intero ti bevve!