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Girai tutto il giorno per trovare una stanza d'affitto che non avesse l'apparenza atroce di essere io in balìa di un'affittacamere. Ebbi la fortuna di trovare una cameretta pulita, in una via relativamente silenziosa. La mia finestra dava in un cortile grigio, quadrato. Quattro pareti grige, ma pulite, si innalzavano per altri tre piani e sprofondavano per altri due.

Con queste parole Giuliano accenna al culto che i Cristiani professavano pei loro martiri, a cui innalzavano santuari sulle rovine dei templi abbandonati o distrutti.

Ricordava sopratutto un trespolo, poggiato in un canto, sul quale bruciava un qualche cosa di odoroso, evaporando nuvolette cineree che si innalzavano misteriosamente verso le pieghe del velario, lasciandosi dietro un profumo sottile e caldo di persona viva.

Che nella mattina successiva lo stesso Turati col Rondani si trovò a Porta Venezia quando si innalzavano le barricate, ed infieriva maggiormente la lotta, e ad un bravo cittadino che a lui rivolgeva preghiera d'interporsi e far cessare un inutile eccidio, rispondeva cinicamente: I cadaveri servono a qualche cosa: sono le pietre miliari delle conquiste avvenire del popolo.

Il cimitero, piccolo, modesto, senza lusso d'ornamenti, con una sola cappella mortuaria che raccoglieva le ossa degli avi, dei nonni e della mamma di Lucia, qualche croce arruginita sorgente fra le erbe alte, qualche angioletto di ferro dipinto indicante la tomba d'un bimbo, e cippi, alcuni spogli, sepolti nel verde, altri adorni di ghirlandine di fiori freschi o circondati da brevi aiuole coltivate, era messo di sghembo su la costa del poggio, riparato dal sole che vi batteva in pieno da un folto di piante che si innalzavano lungo il muricciolo di cinta.

Ivi erano accorsi tutti que' di Nebiolo, uomini e figli: innalzavano un mesto pianto e faceano risuonare per que' luoghi abbandonati i cari nomi di Marcellina e di Girani, e a quei nomi rispondeano le conscie valli con pietosi ululati, mentre i soldati salutavano la terra che ricopriva gli estinti colla fiera armonia dei fucili.

Questo accampamento in luogo perfettamente isolato e selvaggio, il mistero della notte, l'apprensione per quel che poteva forse succedere, e l'emozione del poterci veder davanti quei due occhioni scintillanti senza le barre di ferro che ce ne separino, un ascoltare ansiosi ad ogni muover di foglia, la cantilena dei camellieri che sparsi a gruppi stavano preparandosi con pochi grani di dura la loro cena, la luce delle enormi fiamme che innalzavano grosse colonne di fumo e spandevano i loro raggi luminosi sulle foreste che da ogni lato ci circondavano, tutto questo, ripeto, formava uno spettacolo veramente imponente e fantastico.

Dalle vette eccelse di monte Puccio sorgeva il sole colla sua corona di fuoco a diffondere la luce dorata de' raggi sui boschi e sui vigneti. Irradiati da quel sublime splendore i ruscelli brillavano serpeggianti fra i prati verde-biancastri smaltati dall'armonico velo dei fiorellini azzurri e gialli, e gli uccelletti svegliati dal leggier fruscio delle foglie agitate dalla brezza del mattino volavano liberi e garruli nell'aria tepida per poi posarsi festanti sulle cime degli alberi più alti. Era la natura che, riposata nella pace della notte, si risvegliava e ritornava per l'influsso arcano del disco fondatore alla vita del ; erano i figliuoli della terra che col cessar delle tenebre cessavano dal sonno, e uniti in poetica concordia innalzavano il saluto degli effluvi e dei canti. Era proprio la primavera, col rigoglio della gioventù, colla bellezza del cielo e del creato, col balsamo degli zefiri delle montagne; e l

Il vento del lago che suol spirare da tramontana dal far del giorno sin presso a mezzodì, e chiamasi Tivano (forse dal corrotto accozzamento delle due francesi parole petit vent perchè non soffia mai furioso gagliardo), aveva quel mattino scacciate le nuvole e i nebbioni di che era stata tutta ingombra l'atmosfera il antecedente. Splendeva quindi limpido il giorno, e le montagne spazzate e nette innalzavano le loro acute sommit

Colla direzione da libeccio, il vento incontravasi e contrastava colle onde veloci del Tevere, scorrendo in una direzione opposta, e coll'urtarsi innalzavano marosi tali da non cederla ai rabbiosi ruggiti e sconvolgimenti di Scilla e Cariddi.