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Colla direzione da libeccio, il vento incontravasi e contrastava colle onde veloci del Tevere, scorrendo in una direzione opposta, e coll'urtarsi innalzavano marosi tali da non cederla ai rabbiosi ruggiti e sconvolgimenti di Scilla e Cariddi.

Valore inutile, del resto, poichè i due scampati cadevano di Scilla in Cariddi! Andiamo via, non ci lasciamo impietosire. Dicono che bisogna punire le colpe degli uni fino alla quarta generazione, e trovar commendevoli i furori, sublime la libidine di sangue degli altri.

Innamorato io! io, legno stagionato, navigato, provato ad ogni vento, passato per tutte le acque. Quanti pericoli non ho affrontati, quante Cicladi, quante Sirti, e Sirene cantanti, e Scille latranti e Cariddi voraci! Forse, come il Don Giovanni del Campoamor, sono passato accanto alla felicit

Non sorrise egli, perchè grave pensiero l'occupava in quel punto, ma l'ala dell'ironia gli sfiorò, passando, le gote. Quivi un episodio alla marina richiamò l'universale attenzione. La Borbona, pirofregata regia di 50 cannoni, transitava fra Scilla e Cariddi. La nostra artiglieria da campo, in batteria alla spiaggia del Faro, osò attaccarla.

Buon per Lei, che non ha preso moglie, perchè sarebbe caduto di Scilla in Cariddi! osservò con l'usata profondit

Occupa il colmo, e tra le penne ascosa Siede sirena a riguardar tranquilla; D'ambo i lati sul mar sorge spumosa Fra mostri latrator Cariddi, e Scilla; E l'aspre belve, e più la piaggia ondosa Lunge di gemme e di tesor sfavilla, E vibra intorno rai tra vampe accese Di perle e di diamanti, altiero arnese. */ /*

Presso la prima ora del mattino il cielo principiò a rasserenarsi; potevamo scorgere la vetta sospirata, a cui dovevasi arrivare. Vedevamo la lanterna di Cariddi ai nostri piedi e più lontano lunghe strisce luminose che c'indicavano Messina, e più lontano una piramide immensa e scura che sembrava sorreggesse l'arco del cielo, ed era l'Etna.

Come era bella, serena, la notte d'agosto in cui la nostra Lina incamminavasi verso Reggio, nella poppa della Sirena, scivolando sull'onda di quello stretto di Scilla e Cariddi, che gli antichi tanto avean temuto, colla velocit

Cosi` scendemmo ne la quarta lacca pigliando piu` de la dolente ripa che 'l mal de l'universo tutto insacca. Ahi giustizia di Dio! tante chi stipa nove travaglie e pene quant'io viddi? e perche' nostra colpa si` ne scipa? Come fa l'onda la` sovra Cariddi, che si frange con quella in cui s'intoppa, cosi` convien che qui la gente riddi.

Cosi` scendemmo ne la quarta lacca pigliando piu` de la dolente ripa che 'l mal de l'universo tutto insacca. Ahi giustizia di Dio! tante chi stipa nove travaglie e pene quant'io viddi? e perche' nostra colpa si` ne scipa? Come fa l'onda la` sovra Cariddi, che si frange con quella in cui s'intoppa, cosi` convien che qui la gente riddi.