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Tal minacciava; e da la fronte oscura Per gli occhi fiamma sfavillava intorno, Gelidi i capitan d'alta paura A le tende ciascun fa suo ritorno; Quivi, presaga di più rea ventura, La vinta plebe al trapassato giorno Volgea la mente, e tra' più rei martiri Bestemmia d'Ottoman gli empi desiri.

Era un'invernata delle più rigide e perverse: intenso oltre modo durava il freddo, il cielo mostravasi sempre coperto da fosche nebbie, tutto il piano ed i monti biancheggiavano per alte nevi che frequentissime cadevano e venivano congelate al suolo dai gelidi soffii settentrionali. Sembrava non dovere esservi tempo che meno di quello fosse propizio all'armeggiare, più indicato al riposo delle truppe negli alloggiamenti, pure Lodovico Vestarino, sia che avesse sentore che all'aprirsi della stagione giungere dovevano rinforzi di bande tedesche al Castellano, sia che non potesse per altre cause frapporre indugio all'incominciamento delle ostilit

Dopo un mese d'incessante lavoro fantastico il mio manchevole ingegno non era ancor giunto a concepire un intero piano di romanzo che mi soddisfacesse. Non ne avevo in mente ben chiari che i primi tre o quattro capitoli. Intesi che ostinandomi a immaginare tutto il romanzo di primo getto, avrei finito con darmi per disperato, e mi buttai addirittura a scrivere, nella fiducia che, piantata bene l'azione, si sarebbe poi svolta, anche più naturalmente, da . Trascrivevo regolarmente il mio lavoro per Violet e glielo mandavo ogni settimana. Alla fine del quarto capitolo ebbi un assalto di malinconia nera. Incominciò col dubbio di non saper continuare; il dubbio diventò terrore; poi anche i capitoli scritti mi parevano assurdi, gelidi, pessimi; poi mi figurai di perdere l'ingegno, di non sapere, di non poter più niente. Mi persuasi che se Violet non si era risolta di mandarmi una sola parola, era per questa indegnit

Il tempo, la lontananza, il soffio continuo dei gelidi aquiloni del polo, rappresentati dalle lettere di mio zio canonico, il quale coglieva ogni occasione favorevole per gettarmi una doccia d'acqua fredda sul dorso, finirono collo spegnere quasi intieramente la fiamma che mi abbruciava fino dai primi giorni della mia gioventù.

Si posavan, come stanche, su 'l marmoreo davanzale; e le lunghe ésili dita risplendevano di anelli. Io sentia dolce la vita mia fluire ed i capelli divenir gelidi, quasi per un'ideal carezza, da sottil fremito invasi. Ella, semplice, parlava, con la sua voce sonora, lievemente roca a tratti. Una preziosa flora nascea lenta ora da 'l mare, a' nostri occhi.

Nell'udirlo, la signora Van Osten parve invasa da una subitanea fiamma d'eccitazione. I gelidi occhi scintillarono, ed ella rispose ad Aldo rapidamente e con veemenza: Marjorie! disse; mi chiamo Marjorie! Aldo si chinò in avanti sopra la sua tazza di caffè. Marjorie! ripetè a bassa voce. : l'effetto anche stavolta fu sicuro ed istantaneo, anzi, più istantaneo di quanto Aldo se l'aspettasse.

Dinanzi alla voragine Dell'eterna armonia Le passioni degli uomini Perdon la poësia; Così l'estremo rantolo Del nocchier si confonde Col ruggito dell'onde, Su cui passa, tuonando, la bufera!... Il Bene e il Mal s'intrecciano Nell'assidua natura; Il Bene e il Mal s'alternano Con sapiente misura; E, indivisi, si aggirano Fra il turbo dei viventi, Gelidi, indifferenti A chi piange, a chi ride ed a chi spera.

Una breve pausa seguì queste parole, pronunciate con tutto il calore del sentimento. Il difensore pareva oppresso dall'emozione; pareva quasi che il suo entusiasmo fosse giunto a trasfondersi nei cuori gelidi di quei sacerdoti. Essi stavano immoti a guardarlo, aspettando che riprendesse la parola.

Nella cenere dei morti Vedi i gelidi risorti Ricercar, se sopravanza, Una brace Per accender la speranza. "Dare, avere avere e dare" Ecco l'inno che borbotta Or la gente al santo Affare Curva e ghiotta Sul messale a conteggiare; A noi figli di mercanti Bella musica è il tintinno Del marengo quando rotola Nella ciotola.

Mentre questi pensieri si agitavano confusi nella mente di Luisa, gli occhi di Percy e di Laurenti si scontrarono, acuti e gelidi come lame di pugnale; chè amendue si sentivano nemici implacabili e fatali. Finalmente! esclamò Luisa, simulando il più gaio sorriso. Ella è di ritorno, signor Laurenti? Ella! ripetè amaramente in cuor suo il giovine Laurenti. Ella! Ella!