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Perchè?... Perchè lo struggere E il crëar son la vita; Perchè la noja è l'unica Larva da noi fuggita; Perchè questa è l'armonica Legge dell'universo; Perchè senz'essa il cérebro Non mi darebbe un verso! Milano, 2 ottobre 1875. Egli visse sognando e sogna ancora Chiuso per sempre in questa negra bara; Sogna il tripudio della nuova aurora E il fior, che per il maggio si prepara.

Ma la vinta or sei tu, che de la morte senti, a trent’anni, il brivido ne l’ossa, e ben altro aspettavi da la rossa tua giovinezza così salda e forte!... Tutto dunque fu vano?... e così fugge oscuramente dal tuo cor la vita, dal cerebro il fervore de i ritmi, come sabbia fra le dita?... Ah, niun guarisce il mal che ti distrugge!... .... Pur de le sacre tue viscere il fiore, la bimba del tuo amore torna da i boschi, carica di rose. Essa che porta la divina fiamma del sogno tuo ne gli occhi, lascia cader le rose a’ tuoi ginocchi, e dice, e par che l’anima trabocchi ne la sua voce: Perchè piangi, mamma?...

Ad un tratto, da l’imo, in un minuto Di risveglio, di gioia o di pazzia, S’agita e vibra ne l’essenza mia Un’altra anima, un’altra.... e tosto il muto Cerebro scoppia in magiche parole, Germinando qual zolla a primavera, Alto assurgendo, da la notte nera, A la divina maest

Io feci il padre e 'l figlio in se' ribelli: Achitofel non fe' piu` d'Absalone e di David coi malvagi punzelli. Perch'io parti' cosi` giunte persone, partito porto il mio cerebro, lasso!, dal suo principio ch'e` in questo troncone. Cosi` s'osserva in me lo contrapasso>>. Inferno: Canto XXIX La molta gente e le diverse piaghe avean le luci mie si` inebriate, che de lo stare a piangere eran vaghe.

Allunga il braccio, e la temuta spada Interna fier ne la sinistra tempia, E spezza l'osso, e per sanguina strada Va nel cerebro, e tutto il cranio scempia; Forza è, che l'infelice a terra cada E del nemico i desiderj adempia; Or quì freme Megera, e 'n fier furore Rugge di rabbia e infellonisce il core.

E questa sedia della ragione essere nel nostro cerebro, e perché quivi, ottimamente sotto maravigliosa fizione dimostra Virgilio nel primo dell'Eneida, dove dice: Aeoliam venit: hic vasto rex Aeolus antro, ecc., e, appresso a questo, in piú altri versi.

PRUDENZIO. M'aricomando alla loquacitá vostra. REPETITORE. Gran cosa che li uomini discreti e periti nelle lettere, e che hanno il cerebro ripieno di lucubrazioni e di prischi exempli, e nelli anni adolescentuli sieno stati discordanti alle blandizie e faci veneree e alle lascivie e crapule, in nella senectu fiunt bis pueri!

Io feci il padre e ’l figlio in ribelli; Achitofèl non più d’Absalone e di Davìd coi malvagi punzelli. Perch’ io parti’ così giunte persone, partito porto il mio cerebro, lasso!, dal suo principio ch’è in questo troncone. Così s’osserva in me lo contrapasso». Inferno · Canto XXIX La molta gente e le diverse piaghe avean le luci mie inebrïate, che de lo stare a piangere eran vaghe.

Le imbandigioni diluviarono, il vino di Cipro riscaldò il cerebro a tutti quanti. I canti e i brindisi eccheggiarono a lungo. I Veneziani cantarono le guerre chiozzotte e la conquista di Costantinopoli e le glorie di Enrico Dandolo.

si` che per sua dottrina fe' disgiunto da l'anima il possibile intelletto, perche' da lui non vide organo assunto. Apri a la verita` che viene il petto; e sappi che, si` tosto come al feto l'articular del cerebro e` perfetto, lo motor primo a lui si volge lieto sovra tant'arte di natura, e spira spirito novo, di vertu` repleto,