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Sul fin de le parole ei si disveste De l'altrui volto, ed invisibil torna; Ma nel suo disparir, lume celeste Via più, che 'l sole i regj alberghi adorna; Qual se gran lampo tra più ree tempeste Balena in antro, ove pastor soggiorna, A quei fochi divin tremagli in seno L'anima rozza, e di timor vien meno.

Cosí infelice non piú aver riposso giammai vi spero; e d'uno in altro campo, qual timidetta lepre, uscendo, un fosco antro di spine trovo e vi me 'mbosco. Ei, quando avanti lui giunto mi vide, scosse le membra e tutte si li ruppe. Stupido, il guardo ch'ei digrigna e ride e par che 'n altri volti s'avviluppe.

E pe' fiume, in quer silenzio tetro, Fòr che l'acqua non c'era antro rumore. E in fonno a la campagna, a l'aria quieta, De notte, er cupolone de San Pietro Pareva de toccallo co' le deta. Sangue de la Madonna! Che nottata! Quanno che m'aritorna a la memoria, Me pare come un pezzo de 'na storia Che quarcuno m'avesse arriccontata.

Il beduino s'avvicinò al colossale tronco del baobab ai piedi del quale, sulla corteccia, scorgevasi quattro profonde incisioni che venivano a formare un quadrato. Con un pugno sfondò quella corteccia incisa e dinanzi a lui apparve un'apertura che metteva in un antro scavato nell'interno dell'albero.

35 Se stava all'ombra o se del tetto usciva, avea e notte il bel giovine a lato: matino e sera or questa or quella riva cercando andava, o qualche verde prato: nel mezzo giorno un antro li copriva, forse non men di quel commodo e grato, ch'ebber, fuggendo l'acque, Enea e Dido, de' lor secreti testimonio fido.

La notte era al colmo; quando Nuto e il Fortebracci usciti nel giorno, ben armati, dall’osteria della Moscacchia dove alloggiavano, dopo molte ore di cammino per mezzo a boscaglie, ed evitando la pubblica via, eran venuti a far capo ad essa a sinistra del Reno, e si trovavano appunto sotto quella scogliera. Pochi passi a quel buio tentavan di fare, per un ammasso informe di pietre frananti, che in parte lungo la nuova via provinciale ancor vi si scorge, e che a quel tempo siccome adesso, dall’alto del monte protendeva nel fiume. Ma i masnadieri vi stavano all’erta. Bastò il segnale convenuto per essersi subito intesi. Da tre scherani infatti ( si avrebbe saputo da dove uscissero) Nuto e il Fortebracci eccoteli circondati. Allora, senz’altro, via in silenzio con essi; uno avanti per farne strada, poi loro, e dietro i due altri. Bisognava aggrapparsi su per que’ massi con le mani e co’ piedi e girarvi d’attorno. Ma pe’ conduttori non era un andare alla cieca. Le orme da porre, il come e il dove, a loro soli era noto. A un certo punto imboccano in un piccolo antro, e poi l

E mi raccontava le traversate notturne, d’inverno, solo per le ghiacciaie mortali, carico come un mulo, le tormente che lo assalivano, lo flagellavano a sangue, e lo tenevano immobile, rannicchiato sotto un antro di rupe, pauroso di soccombere al sonno traditore della montagna, il sonno gelido, invincibile avanguardia della morte.

E questa sedia della ragione essere nel nostro cerebro, e perché quivi, ottimamente sotto maravigliosa fizione dimostra Virgilio nel primo dell'Eneida, dove dice: Aeoliam venit: hic vasto rex Aeolus antro, ecc., e, appresso a questo, in piú altri versi.

La chiave della vite cominciò a girare, e girò, girò, girò sempre. Il viso, dapprima pallido di Don Diego, principiò a diventar rosso, poi purpureo, poi violetto, poi azzurro, poi color di piombo, poi nero. Dopo aver terribilmente chiusi i denti fino a smussarli, egli aperse la bocca come un antro.

Ma si l'incasso supera er valore De quello che me serve, er giorno appresso Chiudo bottega e vado a fa' er signore. Diceva bene Checco a l'osteria: «Ogni omo deve avécce er suo pensiero». Pensi bianco? Si un antro pensa nero Rispetteje er pensiero e cusì sia.