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Ecco dunque ricorrere un'altra volta quelle introvabili monete da 3 e da 9 al soldo delle quali ci occupammo con qualche estensione allorché cadde non ha guari il discorso sopra simili pezzi che per Vicenza s'erano cusi. Non è però questa l'ultima memoria di monete qui battute per la citt

Ti vorrei veder morto. No. morto. Ch. . No. Tu voresti cusì. Chy. ch'io vorrei.

Credo che donna sotto il ciel anchora Mai di me non fu vista, più infelice Seguo chi me odia, e fuggo chi me adora Pipistrel fommi: & posso esser Phenice Pur s'io non ho costui forza è ch'io mora Che a me star senza lui, viva non lice Non posso più cusì vol la mia sorte Pon sol duo in me, lui prima, e dapoi morte.

Ma vedi si in che modo procedeveno! Te basta a ' che c'ereno nati Ne l'America, e manco lo sapeveno. E figurete allora tutti quelli! Ner védeli cusì senza malizia, Je cominciorno a ': Famo amicizia... Viva la libert

Ma ho creduto separarne le battute per Candia e per Cipro, per la ragione espressa nel principio di quest'operetta che, limitandosi queste due serie quasi puramente a monete ossidionali, mi parvero meritare due classi a . I nummi de' quali ci occuperemo in questa seconda parte furono invece cusi, niuno eccettuato, nella metropoli.

Il cervio la sua sposa abbraccia e stringe Cusì un coniglio fa con l'altro anchora Dove la terra april più bel depinge Ogni simplice lepra se inamora Ne l'aqua i muti pesci Amor constringe Che 'l potente suo stral ognuno accora Vedesi anchor la salamandra a prova Che in fuoco dolcemente se rinova

Er fisico ce l'ha che je si presta; Ma si nun viè' co' me ner capannone, Si Dio guardi si stacca da un passone, Sarv'ognuno, c'è er caso che ce resta. Perché, capisce? nun si po' presume' Che senza di sapé' le miccherie Lei noti immezzo ar Tevere di fiume. Solo, da , cusì, nun j'ariesce. Ma lei si metta ne le mano mie Che dopo un mese nota come un pesce.

Eppure... sotto a tutto quer celeste, Ma, dico, dimme un po', chi lo direbbe Che ce cóveno sotto le tempeste? Cusì uno, finché nun ce s'avvezza, Che te credi che lui ce penserebbe, Si fino a dove arriva la grannezza? Ché mica te giova esse' sapiente; Nun giova avecce testa o ritintiva, Cór mare, si nun ci hai immaginativa, Te l'immagini sempre diferente.

E sopra questa. tue dorate piume Disserra. che cangi modo e pelo E fa che ascolti il suon. dil mio lamento Se. è ver che tu sia dio. come dir sento. Cusì orando a Cupido. giunge a Madonna Chyreresis. e dice.

E aspettanno che fosse la matina, Cusì a la mejo furno medicati; Ma, senza un filo de 'na medicina, Era 'na cosa da morì' straziati. Tanto ch'a uno p'infasciaje 'n osso D'un braccio, ce toccò a strapp