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Il suo canto è onnipotente! Ecco navi spuntare sul lontano orizzonte; sono desse, sono desse. Il suo canto, il suo divin canto le ha attirate. Fa annunziare all'esercito, al popolo, che le navi stanno per entrare nel porto; che si far

poi che Morgana, in dolce atto giacente ne 'l letto de la nube solitaria, quasi ebra di quel suo divin lavoro, ama, seguendo un carme ne la mente, cullare de le man languide a l'aria la citt

Egli avrebbe preferito un sistema più radicale e più spiccio: «Prendete ove ce n'è d'avanzo fate vostro ciò che non serve agli altri profittate d'ogni ben di Dio che vi capita sotto l'ugnaQueste considerazioni alienarono dal divin maestro le simpatie del volubile apostolo.

E, quanto a voler mostrare ch'una parte d'oro a peso vaglia per dodici d'argento, dico che non accade ch'io faccia altra prova, stando la dottissima e profondissima diffinizione del divin Platone giá allegata, alla quale credo essere necessario acquetarsi.

Dal giorno poi che nostra afflitta creta Iddio venne a vestire ed a noi diessi, Dolorando e morendo, esempio e meta, Portando noi del divin sangue impressi Sulla fronte i caratteri possenti, Più invidia non ci fan gli Angioli istessi. Angioli siam noi pur, benchè gementi In questo passeggier regno di morte: Gesù nobilitò nostri tormenti!

Dietro a noi, lassù, è il divin tempio in Monreale; e a destra della via che ad esso conduce, la Zisa, «il più bel possesso del più splendido dei re del mondo», secondo la iscrizione araba del coronamento della facciata dell’edifizio, che Guglielmo I incominciò ed il figlio «a tutta sua cura volle serbare».

FILENO. I caldi prieghi sono stati, signor, che ho qui, piangendo, porti a quel Sol che col suo divin raggio sempre ti può far vivo. CRISAULO. Non fia mai in me dimenticato tanto amore. Anzi, per fin che sará questa vita meco, l'avrò con gli altri tuoi infiniti buoni uffici nel cuore.

Io pur il provo, che quel divin volto accresce e 'n me raddoppia ognor il fuoco, mi giova cercar fontane o boschi, che questo sol non cuopre e frondi ed ombra. Non cercarò vie più posare all'ombra per minuire il mio cocente vampo, , lassa, errando, gir tra folti boschi; ma ben seguirò io sempre quel sole per cui lieta mi nutrico in fuoco, che a ciò mi sforza il cielo col suo bel volto.

e se natura o arte fe' pasture da pigliare occhi, per aver la mente, in carne umana o ne le sue pitture, tutte adunate, parrebber niente ver' lo piacer divin che mi refulse, quando mi volsi al suo viso ridente. E la virtu` che lo sguardo m'indulse, del bel nido di Leda mi divelse, e nel ciel velocissimo m'impulse.

Ed, ahi! la prima voce scellerata, Che da innocente fede mi rimosse, Uscì da tal, che, dopo aver sacrata Sua vita al tempio, il divin giogo scosse! Quanto è alta luce pio, ver Sacerdote, Tant'è funesto mastro ogni Iscariote!