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Io feci il padre e ’l figlio in ribelli; Achitofèl non più d’Absalone e di Davìd coi malvagi punzelli. Perch’ io parti’ così giunte persone, partito porto il mio cerebro, lasso!, dal suo principio ch’è in questo troncone. Così s’osserva in me lo contrapasso». Inferno · Canto XXIX La molta gente e le diverse piaghe avean le luci mie inebrïate, che de lo stare a piangere eran vaghe.

e prendean su la mensa i cedri, i fichi, e le mandorle, i datteri, le olive. Ne 'l bacio offrian, con belli atti impudichi, la molle polpa su le lor gencive. Or mangiate e bevete, e di piacere inebriate il vostro cuor mortale; chè da l'ebrezza a Dio l'inno risale, grato, come l'odor da l'incensiere diceva Eleabani.

117 Essi vedendo il re che di veneno avea le luci inebriate e rosse, ed essendo da molti istrutti a pieno de la cagion che la discordia mosse, e parendo a Grifon che sua, non meno che del re Norandin, l'ingiuria fosse; s'avean le lance fatte dar con fretta, e venian fulminando alla vendetta.

Di tal fiumana uscian faville vive, e d'ogne parte si mettien ne' fiori, quasi rubin che oro circunscrive; poi, come inebriate da li odori, riprofondavan se' nel miro gurge; e s'una intrava, un'altra n'uscia fori. <<L'alto disio che mo t'infiamma e urge, d'aver notizia di cio` che tu vei, tanto mi piace piu` quanto piu` turge;

Le donne che sono state sempre brutte, detestano la bellezza delle altre. Quelle al contrario che furono belle e cui il tempo solo svaligiò, vi si riguardano come in uno specchio, e si sovvengono con rammarico senza dubbio, ma senza rancore, dei gaudi della loro giovinezza e delle feste inebriate dell'amore.

Io feci il padre e 'l figlio in se' ribelli: Achitofel non fe' piu` d'Absalone e di David coi malvagi punzelli. Perch'io parti' cosi` giunte persone, partito porto il mio cerebro, lasso!, dal suo principio ch'e` in questo troncone. Cosi` s'osserva in me lo contrapasso>>. Inferno: Canto XXIX La molta gente e le diverse piaghe avean le luci mie si` inebriate, che de lo stare a piangere eran vaghe.

Io feci il padre e 'l figlio in se' ribelli: Achitofel non fe' piu` d'Absalone e di David coi malvagi punzelli. Perch'io parti' cosi` giunte persone, partito porto il mio cerebro, lasso!, dal suo principio ch'e` in questo troncone. Cosi` s'osserva in me lo contrapasso>>. Inferno: Canto XXIX La molta gente e le diverse piaghe avean le luci mie si` inebriate, che de lo stare a piangere eran vaghe.

Io feci il padre e ’l figlio in ribelli; Achitofèl non più d’Absalone e di Davìd coi malvagi punzelli. Perch’ io parti’ così giunte persone, partito porto il mio cerebro, lasso!, dal suo principio ch’è in questo troncone. Così s’osserva in me lo contrapasso». Inferno · Canto XXIX La molta gente e le diverse piaghe avean le luci mie inebrïate, che de lo stare a piangere eran vaghe.

Tutte, in un tempo, bevono a 'l lucente vespero, inebriate, quasi Bacco le linfe abbia cangiate in vin di Scìo, da' regni de la morte. Suonano a torno i lieti ribechini. Così tu vai, piacente Primavera, navigando ne 'l vespero, per l'almo fiume onde Amore sorse; e i gigli tratti dietro il paliscalmo vestono forme, ne la dubbia sera. Non calano da' rotti argini forse le ninfe a 'l Latamone?

Vanno le donne angeliche nell'alta erba fiorita in lagrime la cenere strisciando di lor veste, E morta, ma ridente nel suo splendor celeste, portano una fanciulla tra i gigli impallidita. Di soave tristezza inebriate, il suono mandan le bianche voci. L'anima sofferente le segue umile e casta del pianto alla sorgente, ove le belle attingono la grazia del perdono.