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E vidi scendere altre luci dove era il colmo de l’emme, e quetarsi cantando, credo, il ben ch’a le move. Poi, come nel percuoter d’i ciocchi arsi surgono innumerabili faville, onde li stolti sogliono agurarsi, resurger parver quindi più di mille luci e salir, qual assai e qual poco, come ’l sol che l’accende sortille;

Di tal fiumana uscian faville vive, e d'ogne parte si mettien ne' fiori, quasi rubin che oro circunscrive; poi, come inebriate da li odori, riprofondavan se' nel miro gurge; e s'una intrava, un'altra n'uscia fori. <<L'alto disio che mo t'infiamma e urge, d'aver notizia di cio` che tu vei, tanto mi piace piu` quanto piu` turge;

Di tal fiumana uscian faville vive, e d’ogne parte si mettien ne’ fiori, quasi rubin che oro circunscrive; poi, come inebrïate da li odori, riprofondavan nel miro gurge, e s’una intrava, un’altra n’uscia fori. «L’alto disio che mo t’infiamma e urge, d’aver notizia di ciò che tu vei, tanto mi piace più quanto più turge;

«S’ei posson dentro da quelle faville parlar», diss’ io, «maestro, assai ten priego e ripriego, che ’l priego vaglia mille, che non mi facci de l’attender niego fin che la fiamma cornuta qua vegna; vedi che del disio ver’ lei mi piego!». Ed elli a me: «La tua preghiera è degna di molta loda, e io però l’accetto; ma fa che la tua lingua si sostegna.

Cosi`, volgendosi a la nota sua, fu viso a me cantare essa sustanza, sopra la qual doppio lume s'addua: ed essa e l'altre mossero a sua danza, e quasi velocissime faville, mi si velar di subita distanza. Io dubitava e dicea 'Dille, dille! fra me, 'dille', dicea, 'a la mia donna che mi diseta con le dolci stille'.

Di tal guisa si venne sciogliendo un nodo, dal quale pareva dover nascere una conseguenza risolutiva e tremenda. Ma non è questo esempio nuovo nelle umane cose, che gravi principi abbiano spesso fini leggeri o nulli, e viceversa poche e impercettibili faville sian causa più spesso di disastrosi incendi.

Vi è chi veglia sopra di lei. Via presto voi non potete salvare lei, e perdete voi. E lo spinse contro la scala, che gli tenne ferma onde fosse più destro a salire; poi menò un colpo così violento di daga nel muro, che la lama si ruppe in minutissime schegge mandando faville; aggiungendo urli, e sacramenti da far tremare le volte del cielo.

Era giunta vicina a terra tre scalini, quando con orribile fracasso sprofondò giù il pavimento; le fiamme scomparvero, globi di fumo mescolati a miriadi di faville avvolsero la casa, la scala e le donne. Un urlo spaventoso echeggiò fino all'altra sponda del Tevere, chè reputarono coteste creature spente dal fuoco e dalla rovina.

Volle richiamare la mente sopra coteste vicende, ma non gli successe: anche il cervello gli doleva informicolito, e davanti agli occhi gli andava in giro un diluvio di faville. Spossato dalla fatica, attrito dal digiuno e dal dolore, il Conte brancolando... a tentoni cercò il letto di foglie, e lo rinvenne.

In una sola, trepida Gioia che accende i petti e le pupille; Che lancia ai glauchi spazii Risa, speranze, cantici, faville; Che va fra cielo e popolo Su l’ali di magnetiche parole: Che sfolgora per l’aere Coi fulvi raggi del novello Sole. .... Silenzio.... è l’ora.