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Buoni adunque parevano i principii della nuova avventura con i Francesi, e tutta l'arte e tutte le speranze sembravano rivolte allo scopo di propiziarsi gli Austriaci, quando il menzognero zeffiro che veniva di Lombardia crebbe d'un colpo d'audacia e di violenza.

Ma invano poi sull'inquieto fianco Sonno benefico Attende mesta fino alla mattina. Oh! perchè abbrucia il suo guanciale, bianco Come la neve sopra vetta alpina? E perchè pallido Ogni più diventa il suo bel volto, Più flessüosa par quando cammina? E che le fa l'aureo crin disciolto Ad ogni zeffiro, E che le forme pure e sculturali, Se l'occhio indarno all'orizzonte è vólto?

Anima di scorridore del deserto, il suo spirito era troppo assuefatto all'infinita grandezza di quelle lande ed all'elegante bellezza delle palme, che nelle oasi si agitavano allo zeffiro, per poter ammirare quel mare di case, quelle vie anguste, sinuose, nelle quali si pigiava la folla; quei lunghi filari di tombe, di colonne, di statue; tutte cose che vide una volta sola, nel rapido passaggio verso lo stabulum, la prigione.

Ma, rieda il verno o il maggio, Mesta e soletta io son; Muto è del cielo il raggio, Triste è de l'arpa il suon; Qual vana ala di zeffiro Passo nel mio vïaggio, E, rieda il verno o il maggio, Mesta e soletta io son. O immagini lucenti Di più felici , Sogni de l'arte ardenti, Il vostro april sfiorì; Invan chiedo le olimpiche Forme a le nuove genti, O immagini lucenti Di più felici .

... L'agile libellula dalle ali di raso veniami intorno precedendomi nel cammino. Dai pampini accarezzati dallo zeffiro, dalle festuche incurvate veniva languidamente un susurro dai fiorellini del prato un profumo. L'anima mia esalava l'amore. M'assisi. Dolce e melanconica cosa un tramonto autunnale e scorgere le prime stelle in cielo, e gli ultimi fiori nella siepe.... "Amo io davvero Ortensia?"

Leggevo con più attenzione del solito una delle più bella poesie del Musset, poesia un po' materialista, se vogliamo, ma non per questo meno ispirata; il fino contorno di una gamba elegante, ed il piccolo piede di una figlia d'Eva, attraente come la colpa, erano ivi tratteggiate con una finezza indicibile dal poeta più simpatico della Francia moderna: il mio pensiero vagava per orizzonti tutt'altro che Platonici e la mia immaginazione esaltata riandava i bei piedini ed i fini contorni di certe gambe, che lo zeffiro compiacente come un ufficiale d'ordinanza di un re, tante volte aveva svelato al povero bohème che dalla porta di un caffè vede a trasvolarsi davanti, come una visione, le belle del mondo privilegiato.

Sorse alfine; e de l'ombre impazïente Gli opposti vetri a le fresche aure aperse. Taceva anco la notte, e rade e lente Fuggían contro al mattin le stelle avverse; Un zeffiro gentil da l'orïente Le vaghe ali movea di brine asperse, E ad ogni fior de le ben culte aiuole Dolci olezzi traea, dolci parole.

L'onde azzurre del Tirreno, increspate dal zeffiro, dondolavano dolcemente i piroscafi, che vogavano a tutta velocit

Don Giovanni Ussorio, con un impeto subitaneo; si mise a battere le mani, solo. Li altri imposero silenzio, poichè volevano ascoltare. Don Giovanni rimase confuso. Tutto d’amore, tutto ha favella: La luna, il zeffiro, le stelle, il mar....

Ebbe in quel mar la culla, Ivi erra ignudo spirito Di Faon la fanciulla: E se il notturno zeffiro Blando su i flutti spira, Suonano i liti un lamentar di lira. FOSCOLO. Ode. All'amica risanata. PLINIO, Hist. Nat. lib. 36. c.