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Aggiornato: 2 giugno 2025
Una volta ella sentì su per le scale Don Fiore Ussorio gridare nel calor della disputa un’ingiuria contro l’abate Cennamele che parlava sommesso; e, poichè l’irreverenza le parve mostruosa, ella da allora in poi tenne Don Fiore per un uomo diabolico e al comparir di lui si faceva rapidamente il segno della croce e mormorava un Pater.
Don Domenico ricominciò da capo la narrazione, con più calma e più chiarezza. Disse tutto; ingrandì i furori di Don Giovanni Ussorio; aggiunse particolarit
Si avanzò su ’l vestibolo, secondo la consuetudine, un accolito munito d’un largo piatto d’argento per ricevere i ceri. Anna guardava. Allora fu che il comandante, spezzando tra i denti aspre parole contro la Confraternita, gittò violentemente il suo cero nel piatto e voltò le spalle con piglio minaccioso. Tutti rimasero allibiti. E nel momentaneo silenzio si udì tintinnare la spada di colui che si allontanava. Solo Don Fiore Ussorio ebbe la temerit
Quando dunque Don Giovanni Ussorio, dopo aver saputa da Rosa Catana la partenza di Violetta Kutuf
Questi erano i belli ragionari di quella gente. Don Giovanni Ussorio, presente sempre, aveva delle arie padronali; ogni tanto si avvicinava a Violetta e le mormorava qualche cosa nell’orecchio, con familiarit
Tutte le signore guardavano Ussorio, stordite, smarrite. Le maestre Del Gado scorrevano il rosario, sotto le mantelline. Teodolinda Pumèrici rimaneva estatica. Soltanto le Fusilli conservavano la loro vivacit
Don Giovanni Ussorio entrò. Egli era vestito da gentiluomo spagnuolo, e pareva un conte di Lara più grasso. Un berretto azzurro con una lunga piuma bianca gli copriva la calvizie; un piccolo mantello di velluto rosso gli ondeggiava su le spalle, gallonato d’oro. L’abito metteva più in vista la prominenza del ventre e la picciolezza delle gambe.
Ma quando nel suo canto nominò alfine d’Amalfi la contessa, corse nel pubblico un fremito. La contessa era desiderata, invocata. Chiese Don Giovanni Ussorio a Don Antonio Brattella:
Son l’ape che solo di mèle si pasce; M’inebrio all’azzurro d’un limpido ciel.... Don Giovanni Ussorio, rapito, guardava con tale intensit
Don Giovanni Ussorio, con un impeto subitaneo; si mise a battere le mani, solo. Li altri imposero silenzio, poichè volevano ascoltare. Don Giovanni rimase confuso. Tutto d’amore, tutto ha favella: La luna, il zeffiro, le stelle, il mar....
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