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Pendono i frutti, maturati a 'l roseo calor de 'l sole, e tremano: intatti ancora, poi che ad Ebe l'intima dolcezza lor consacrano. Vermigli sono e de 'l lor peso aggravano i rami e de 'l lor numero; e tale effluvio spargono aulentissimo onde mi ride l'anima tutta e ne 'l capo assai giocondi nasconmi pensieri e vaghe imagini di amore sì che in vero tutta ridemi, come ne 'l vino, l'anima.
Eccitati dal calor della pugna e dal valore di Pardo, anche Bino e Fuoco rivaleggiarono coi più prodi; quei tre tanto menaron colpi e spossarono che ben presto i regi perdetter terreno e spauriti piegarono.
Dal lato di mezzodì, che i parenti di Rosa possedevano, come ivi era più lento e dolce il calor del sole, una famiglia di alberi fruttiferi prosperava e moltiplicavasi.
e in terra lasciai la mia memoria si` fatta, che le genti li` malvage commendan lei, ma non seguon la storia>>. Cosi` un sol calor di molte brage si fa sentir, come di molti amori usciva solo un suon di quella image. Ond'io appresso: <<O perpetui fiori de l'etterna letizia, che pur uno parer mi fate tutti vostri odori,
e in terra lasciai la mia memoria sì fatta, che le genti lì malvage commendan lei, ma non seguon la storia». Così un sol calor di molte brage si fa sentir, come di molti amori usciva solo un suon di quella image. Ond’ io appresso: «O perpetüi fiori de l’etterna letizia, che pur uno parer mi fate tutti vostri odori,
che cio` che trova attivo quivi, tira in sua sustanzia, e fassi un'alma sola, che vive e sente e se' in se' rigira. E perche' meno ammiri la parola, guarda il calor del sole che si fa vino, giunto a l'omor che de la vite cola.
C. Quando tutto'l Sole uiene ad ecclissare la Luna puo causare grandissimi effetti, & maggiori di quelli, che hauiamo narrati, perche essendo spogliata la terra di raggi del Sole, la spoglia quasi del nutrimento della vita, perche il calor è vita, & dominando la Luna senza impedimento de i raggi del Sole ha piu potentia d'estrarre assai humidit
e in terra lasciai la mia memoria sì fatta, che le genti lì malvage commendan lei, ma non seguon la storia». Così un sol calor di molte brage si fa sentir, come di molti amori usciva solo un suon di quella image. Ond’ io appresso: «O perpetüi fiori de l’etterna letizia, che pur uno parer mi fate tutti vostri odori,
M'avvicinai, io stesso la riadagiai supina, le toccai la fronte, le domandai con dolcezza: Che hai, Giuliana? Non so. Ho paura.... Di che? Non so. Non ne ho colpa; sono malata; sono così. Ma i suoi occhi vagavano invece di fissarmi. Che cerchi? Vedi qualche cosa? No, nulla. Le toccai di nuovo la fronte. Aveva il calor naturale. Ma la mia imaginazione incominciava a turbarsi.
Lo sommo Ben, che solo esso a sé piace, fé l’uom buono e a bene, e questo loco diede per arr’ a lui d’etterna pace. Per sua difalta qui dimorò poco; per sua difalta in pianto e in affanno cambiò onesto riso e dolce gioco. Perché ’l turbar che sotto da sé fanno l’essalazion de l’acqua e de la terra, che quanto posson dietro al calor vanno,
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