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Aggiornato: 3 luglio 2025
Lo sommo Ben, che solo esso a se' piace, fe' l'uom buono e a bene, e questo loco diede per arr'a lui d'etterna pace. Per sua difalta qui dimoro` poco; per sua difalta in pianto e in affanno cambio` onesto riso e dolce gioco. Perche' 'l turbar che sotto da se' fanno l'essalazion de l'acqua e de la terra, che quanto posson dietro al calor vanno,
Imperava dovunque una molle rilassatezza. La campagna verde, a sinistra, inturgidiva sotto il calor sensuale; oltre la strada, a destra, il mare si stendeva ampio; e tra i due azzurri cupi del cielo e delle acque, una vela, porporina di raggi, somigliava a una svelta lingua di fuoco. Era uno di quei giorni frequenti, in cui la complessa vita d'ogni cosa ha una solennit
e in terra lasciai la mia memoria si` fatta, che le genti li` malvage commendan lei, ma non seguon la storia>>. Cosi` un sol calor di molte brage si fa sentir, come di molti amori usciva solo un suon di quella image. Ond'io appresso: <<O perpetui fiori de l'etterna letizia, che pur uno parer mi fate tutti vostri odori,
E grida: Su! pigliatela, da parte del padre del nostr'ordine, Agostino. Maledetti i comandi che comparte quel rantacoso vescovo Turpino! Si difende Marfisa piú che Marte, e giá il terz'uscio avea quasi vicino; ma la rabbia e il calor della contesa fe' che un effetto isterico l'ha presa.
Gli angioli tutti pregavano per Esmeralda. Il fanciullo, che quasi era divenuto cadavere, andava riprendendo il calor della vita; nel seno dell'afflitta madre tornava a gradi a gradi la speranza.
Lo sommo Ben, che solo esso a sé piace, fé l’uom buono e a bene, e questo loco diede per arr’ a lui d’etterna pace. Per sua difalta qui dimorò poco; per sua difalta in pianto e in affanno cambiò onesto riso e dolce gioco. Perché ’l turbar che sotto da sé fanno l’essalazion de l’acqua e de la terra, che quanto posson dietro al calor vanno,
Non è cor non è spirto che in amore Rustico, non che nobile e virile Non corrisponda con gelato ardore E con disio magnanimo e gentile Non v'è arboro, pietra, herba, o fiore Che non senta il calor del suo focile Senza il qual, siani inordinati & spenti I sacri chori, non che gli elementi
del qual più altri nacquero e diversi; e tanto d’uno in altro vaneggiai, che li occhi per vaghezza ricopersi, e ’l pensamento in sogno trasmutai. Purgatorio · Canto XIX Ne l’ora che non può ’l calor dïurno intepidar più ’l freddo de la luna, vinto da terra, e talor da Saturno
Ma, lasso, a tanto onor non mi consente il sacro coro: e da sè il mio intelletto sopra i fuochi celesti non ascende. Dello stesso Donna se mai vedeste in verde prato surger felicemente un aureo fiore, cui porge nutrimento dolce umore, e vivace calor dal ciel gli è dato;
21 Che producendo quella notte in giuoco con quelli pochi servi ch'eran seco, sentia, per lo calor del vicin fuoco ch'era rinchiuso in quello angusto speco, tal sete, che bevendo or molto or poco, duo baril votar pieni di greco, ch'aveano tolto uno o duo giorni inanti i suoi scudieri a certi viandanti.
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