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Ricopersi d’un vel ciascuno specchio per non tremar davanti al mio pallore. Ch’io non ricordi!... Che il passato in torbide acque sprofondi come bestia morta scagliata a fiume lungi dalla porta di casa, a che il suo lezzo non ammorbi!... Ch’io non ti porti più così ferita pel mondo, camminando su rasoi taglienti, anima ignuda, che non vuoi morire, e tanto sprezzo hai per la vita!...

del qual più altri nacquero e diversi; e tanto d’uno in altro vaneggiai, che li occhi per vaghezza ricopersi, e ’l pensamento in sogno trasmutai. Purgatorio · Canto XIX Ne l’ora che non può ’l calor dïurno intepidar più ’l freddo de la luna, vinto da terra, e talor da Saturno

del qual piu` altri nacquero e diversi; e tanto d'uno in altro vaneggiai, che li occhi per vaghezza ricopersi, e 'l pensamento in sogno trasmutai. Purgatorio: Canto XIX Ne l'ora che non puo` 'l calor diurno intepidar piu` 'l freddo de la luna, vinto da terra, e talor da Saturno quando i geomanti lor Maggior Fortuna veggiono in oriiente, innanzi a l'alba, surger per via che poco le sta bruna ,

Io che ero rimasto dinanzi al terrazzino, col cappello in mano, mi ricopersi, mi afferrai alla colonnina, e montando risolutamente sulla carrozza, corressi: « Dite buon viaggio, piuttosto.... Ma l'augurio è soverchio, perchè in vostra compagnia queste ore voleranno deliziosamente. «La risata alta, argentina, cordiale, riecheggiò mentre il treno si metteva in moto. « Ridete, ridete pure.

del qual piu` altri nacquero e diversi; e tanto d'uno in altro vaneggiai, che li occhi per vaghezza ricopersi, e 'l pensamento in sogno trasmutai. Purgatorio: Canto XIX Ne l'ora che non puo` 'l calor diurno intepidar piu` 'l freddo de la luna, vinto da terra, e talor da Saturno quando i geomanti lor Maggior Fortuna veggiono in oriiente, innanzi a l'alba, surger per via che poco le sta bruna ,

del qual più altri nacquero e diversi; e tanto d’uno in altro vaneggiai, che li occhi per vaghezza ricopersi, e ’l pensamento in sogno trasmutai. Purgatorio · Canto XIX Ne l’ora che non può ’l calor dïurno intepidar più ’l freddo de la luna, vinto da terra, e talor da Saturno