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Aggiornato: 14 giugno 2025


L'attuale vecchio alberghetto di Misurina era diventato assolutamente insufficiente ai bisogni; con tutto ciò non vorremmo vederlo scomparire, ricordandone l'eccellente cucina e i commendevolissimi vini: e un poco anche per quella certa sentimentalit

Il signor Nicola tirò fuori da un armadio parecchie bottiglie, dicendomi: Ecco il vino di Sassella, onore della nostra Valtellina; ed assaggerete anche degli altri vini dei nostri monti che non sono privi di merito. Poco dopo entrarono le signore portando ciascheduna qualche cosa.

"Io me ne vivo qui, lontano da tutti, solo, intendo senza i tristi, ma con qualche amico, che viene a gustare i miei vini e con mia figlia e i miei libri e questi amatissimi villani; e se in tanto dolore di casi si può aver pace, io l'ho pienissima."

Lucia lasciò il piano, chiuse l'album, ritornò in salotto. Apprestò il thè al piccolo tavolo; offerse chicche, biscotti, liquori, crema, vini; recò le tazze fumanti e profumate alle tre signore; stette a vederle sorbire la delicata bevanda, gustare le leccornie; e invidiò loro il volgare piacere.

Non scendete a Pedavoli? dimandai al colonnello Plutino. A vendicare Romeo? No, a mangiare un pollo arrosto. Temo il veleno, o un'archibusata dalla finestra d'un granaio. Contemplai or ora la mensa imbandita del sindaco; c'è fior di maccheroni, e burro eletto, e mastelletti opimi di miele, e vini prelibati, e frutta superbe, e fiori, e olezzante biancheria, e posate d'argento e lieti visi.

MERLINO. Se per mezzo de la menzogna tu intendi la veritade, perché mentitore mi fai? LIMERNO. Mentitore sei per certo. MERLINO. , ma verace. LIMERNO. Qual veritade ho io giá inteso per la bugia testé fatta? MERLINO. Perché Ferrara cortesa non per mosche o tavanelle mi è a noia, ma perché ivi raccoglionsi lor vini su le groppe de le rane.

L'allegra brigata fu tutta in piedi. I mustacchi dei bevitori coprivano gli orli delle chicchere; e gli occhi scintillanti pei vini tracannati in gran copia, barattavano sguardi ed amiccamenti, per disopra a quelle.

Due compagnie di zuavi pontifichaux formavano la guarnigione di Tivoli, e siccome a questa bordaglia piace l'Italia per i suoi vini, per le sue belle donne, particolarmente, a quell'ora ebbri per la maggior parte, erano anche quasi tutti presso le loro conquiste da trivio.

E che di vini credo intendermene io! Quando si è nati in Francia, quando si sono percorsi i suoi dipartimenti vinicoli, si ha il diritto di crearsi giudice. Eppure guardate, se i vini italiani assomigliassero tutti a quelli che si bevono all'Ussero, sarei il primo a confessare che le viti d'Italia potrebbero gareggiare colle nostre, le prime del mondo.

Ricordo, quasi per similitudine, una scena di cinque anni fa: Una sala da pranzo trasmutata in un batter d'occhio in sala da ballo; una dozzina di belle donne fra il triplo di giovani e di uomini leggermente eccitati dal pranzo, dai vini, e da un entusiasmo d'arte che li aveva riuniti insieme; e ricordo una gioconda figura di vecchio in cui la gentilezza e la cortesia innate per eredit

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