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Aggiornato: 14 giugno 2025
⁴⁶⁰ La festa, principiata di sera, finì il dimani a 12 ore, con una colazione profusissima, degna della profusissima cena della notte e delle continue portate di sorbetti, liquori e vini forestieri. La immensa terrazza dal lato del mare era convertita in galleria coperta.
Salimmo al palazzo del governo sovra un poggio, ove fu apparecchiata una mensa sontuosa di oltre cinquanta coperti, con isplendidissima illuminazione in cera, con addobbi di damasco e di corone innumerevoli di fiori, con lusso di vini francesi, con copia grande di gelati, che soglionsi nelle Sicilie distribuire a met
Secondo il pattuito, la intera comitiva doveva ritrovarsi a cena, verso le nove pomeridiane, nella Reggia di Scaricabarilopoli. E che cena, che cena avevano preparata i maestri di bocca, i cuochi, i cucinatori, i guatteri, i pasticcieri, i sorbettieri di Corte! che vivande! che intingoli! che savori! che vini poi! quanta grazia di Dio!
Ricordo d'aver veduto un quadro in America che rappresentava un prete nella sua sala da pranzo a tavola. Vivande d'ogni specie erano imbandite sulla mensa e molteplici le bottiglie di vini prelibati. Accanto al prete stava la polputa e rubiconda sua Perpetua che egli carezzava amorosamente.
Ma, come i mercanti di Lombardia compravano le uve nostrali e le portavano nei paesi del settentrione per trarne vini artifiziosi, la letizia del rinato mosto fu scarsa e poco le gambe dei vendemmiatori si esercitarono a danzare nel tino e poco si esercitarono al canto la bocche femminili.
Nacque in quel boschetto di rose che si chiama la Provenza, in quella Provenza così bella che dovrebbe appartenere all'Italia; forse nell'ardente Sicilia, l'innamorata del sole, i cui figli hanno nel cervello un atomo speciale, raggio di luce o scintilla di lava; o forse nella Spagna, paese dei caldi amori, delle belle donne e dei vini poderosi.... chi sa!
Io dapprima non sapea piegarmi a credere che dal reame di Napoli si portassero di tali derrate in Sicilia, massime i vini.
Liebe-frau-milch: suggerì il dottore Lombrichi. Giusto!... E non è dei migliori vini del Reno che io abbia nelle mie canove, sapete!... Sfido io che ci sia un altro nel nostro paese che abbia una provvista di vini così squisiti come ho io. I convitati protestarono coll'accordo d'un coro d'opera che era impossibile alcuno potesse stare a paro al signor Bancone in questa come in ogni altra cosa.
Alle seconde mense, e in quell’ora che i più lieti ragionari si alternavano con le tazze ricolme di vini aromatici, volle fortuna che si riparlasse di Roccam
E mi figuravo se fossi io il sor Nicola!... Egli mi rappresentava l'uomo felice. Riscaldato dalle fiamme della sua legna, consolato dalle emanazioni della sua cucina, amato da sua moglie, da sua figlia, circondato da' suoi amici, dissetato a tavola dai suoi vini, egli non aveva nulla a desiderare sulla terra che non fosse suo!... e tutte le cose sue cooperavano alla sua felicit
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