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A mezzogiorno, Giuda usciva dall'albergo trasformato completamente, sbuffando fumo d'avana negli occhi dell'albergatore e dei guatteri, che rimasero sulla porta pietrificati. Fece il giro della piazza, il capo rivolto al quinto piano delle case, una Guida di Gerusalemme nella mano e una immensa borsa di pelle a tracolla.

Pei corritoi si sentirono i passi frettolosi dei padri che accorrevano; e un aprirsi di celle, e un interrogarsi da un capo all'altro che fosse; tutta la frateria fu in un baleno sossopra. Ai quattro giovani, cominciarono a tremare le gambe, per lo sbarraglio cui s'erano posti; ma fattisi animo, aprirono la finestra della cella, un dopo l'altro saltarono nell'orto, e all'ultimo mise l'ali un grido selvaggio, del padre Anacleto. Perchè un raggio di lume dal corritoio, si era posato per la toppa sul ventre del frate; il quale capita a un tratto la brutta canzonatura, si volse imbestialito per acciuffare il primo dei ribaldi che gli fosse caduto tra l'ugne. Ma i birboni non v'erano più.... Ahimè! E la frateria affollava l'uscio; la voce del guardiano, chiedeva al padre Anacleto che aprisse; i guatteri, il cellaio, i cuochi, andavano di su, di giù, bracaloni pel chiostro; e si fu appena a tempo di fermare il sagrestano che gi

I monelli ed i guatteri si divertivano di quel selvaggio. Lo spiavano per coglierlo sul fatto, e quando stava per mordere al suo pasto, gli gridavano imitando i camerieri che servivano i signori nell'osteria: «Filetto al sugo! Costolette alla marsigliese! ServitoPietro non capiva la burla, ma capiva che lo burlavano, e mostrava i pugni ai monelli.

Secondo il pattuito, la intera comitiva doveva ritrovarsi a cena, verso le nove pomeridiane, nella Reggia di Scaricabarilopoli. E che cena, che cena avevano preparata i maestri di bocca, i cuochi, i cucinatori, i guatteri, i pasticcieri, i sorbettieri di Corte! che vivande! che intingoli! che savori! che vini poi! quanta grazia di Dio!

Prima ci facevano scopare la camerata e lavare la gamella dai galeotti. Adesso ci si è detto che la cuccagna è finita. Benissimo. Non marciremo neanche per questo. Il male è che con la minestra condita d'olio la latta rimane unta. Senza acqua calda ci ungiamo come guatteri e ce le laviamo male. Ciascuno di noi si è scelta la giornata di pulizia.

Tutti costoro lavoravano a preparare quel miserabile pranzo a due lire, ed anche a meno. Poi i camerieri, i guatteri, quanti servivano all'osteria, mangiavano gli avanzi dei poveri spostati. E gli altri tornavano alle loro case e si nutrivano d'una minestra condita col lardo, o d'un po' di polenta non condita affatto.