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Anch'io li ragguagliai delle mie avventure, lumeggiando in ispecie il serafico candore ond'erami sorbita la certezza della vittoria, e la brama, condita d'una dose di vanit

E però vi s'inebria e vi s'accende per sancto desiderio, e vi si sazia trovandosi piena solo della caritá mia e del proximo suo. Questo dove l'acquistò? Nella casa del cognoscimento di , con sancta orazione, dove perdé la imperfeczione. Con che? con la perseveranzia condita con la sanctissima fede.

È vero!.... È vero!.... Ei calpestò un affetto, Che men compianta potea far sua vita!.... È vero!.... È vero!.... Al domestico tetto Per lui la mensa fu di duol condita!.... Ma chi di noi, sovra il proprio cammino, Non calpestò, rimpiangendolo, un fiore?... Nascer pöeta è orribile destino! Il cérebro talor soffoca il cuore! Oh! guai nascer pöeta ove la Musa Non trova il pane per nudrire i figli!

E però non debba veruno dare giudicio di ponere maggiore perfeczione nel grande penitente, che si molto a uccidere il corpo suo, che in colui che ne fa meno; però che, come Io t'ho decto, none sta ine la virtú il merito loro; però che male ne starebbe chi non può fare, per legiptime cagioni, operazione e penitenzia actuale; ma sta solo nella virtú della caritá, condita col lume della vera discrezione, però che altrimenti non varrebbe.

Quando mancava un quarto d'ora al mezzodì, la signora Caterina posava il lavoro nel suo panierino, allontanava il paracamino, accendeva il fuoco e con un pentolino ed una padelletta, che stavano appunto nascoste sotto il camino, preparava il pranzo: una zuppa di magro, oppure condita col lardo, e delle ova o della verdura.

Quest'anno c'era di nuovo la presenza di Massimo Bagliani; e la polenta guarnita dei più squisiti piaceri dell'amicizia, condita dalle profumate speranze, che avrebbero portato dal Castelletto, doveva avere un sapore particolare, un sapore che il vecchio e arruffato padron di casa sentiva gi

Spendeva fino all'ultimo soldo in medicine costose ordinate dalla magnetizzata, privandosi fin di quel poco vino, e riducendo e la moglie a non mangiare che polenta asciutta sera e mattina, e un poco di minestra mal condita con una goccia d'olio di linosa, nei giorni di festa. Invano. Invano faceva tutto quanto un povero contadino suo pari poteva fare. Nulla giovava.

«Data dal Finaro, addì 27 di novembre, 1447. La lettera del marchese Galeotto era nobilissima, come ognun vede, sebbene per avventura in alcuni passi ricisa ed aspra più del bisogno, e condita nel fondo di sottile ironia. Ma queste cose erano da condonarsi ad un principe, che metteva in quel punto a grave cimento la quiete sua e la sicurezza de' suoi dominii. Del resto, e il pepe e il sale di quella risposta piacquero in uguale misura a tutti i gentiluomini della sua corte, e un bisbiglio d'approvazione e certi sorrisi mal rattenuti commentarono prontamente le lodi alla lealt

Intanto il calore eccessivo peggiorava le condizioni sanitarie. La minestra mal condita con poco olio di linosa, era spesso composta di riso bacato; e il grano fermentato forniva qualche volta la farina per la polenta. Le febbri infierivano fra le mondaiuole. Si parlava di tifo e d'altri malanni. Alla Cascina Grande, Maria Rampoldi non poteva rimettersi dopo quella catastrofe che aveva chiusa in una piccola bara la sua grande speranza di maternit

E poi prendere in considerazione, che so io? la legge sulla instituzione delle colonne Vespasiane a Napoli, che è piaciuto ad un Baldacchino o ad un De Cesare qualunque di presentare all'onorevole Parlamento. La lettura di questa roba, condita di sbadigli da scantonare Palazzo vecchio a Firenze, mi ruba un'ora. Poi me ne vo. La mia prima visita è alla posta.