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Io contemplai con ammirazione in quegli alleati uno dei più belli tipi della razza umana. Appartenevano essi alla costa bagnata dall'Jonio ed erano campagnuoli. Di statura media, di membra asciutte e vigorose; i capelli nerissimi cuoprivano, come nelle statue antiche, la fronte quadra e piena, e sotto due sopracciglia sottili e leggermente arcate sfavillavano grandi occhi a mandorla, neri quanto i capelli; pure un senso arcano di mestizia velava la vivacit

R apito poi con elli il mio cervello, I n un momento scorse l'universo S enza posarsi mai, senz'ulla tregua. M entre cosí danzava a la moresca, O do dir: Triperuno! Ed ecco in mezzo R atto mi vidi posto d'una turba. I o contemplai non so che volti grassi B ere sovente e poi cantar sonetti, V otando zaine, fiaschi e gran bottazzi; S altavan poi chi su chi giú d'intorno, Illusiones ebrietatis.

Era il solo retaggio di famiglia del povero orfano, che ritornava a trovarsi solo sulla terra!... Apersi il balcone quando le stelle incominciavano ad impallidire alla luce del crepuscolo. La finestra dicontro era chiusa; la contemplai lungamente, e sentivo di non poter distaccare qualche cosa di me stesso, forse un lembo dell'anima che rimaneva attaccato a quel palazzo.

Accesi un zolfanello contemplai ciò che avevo creduto una porta e invece trovai essere una ruota e miracolo! ben grato a Dio! a piedi e nel fondo della ruota il mio cero che la vecchia perversa avea lasciato cadere nella fuga. Ruota.

Partii da Amsterdam verso la fine di febbraio, con un tempo bellissimo, sur uno dei piroscafi che vanno ad Harlingen. Sapevo che non avrei più riveduto la capitale dell'Olanda. Appoggiato al parapetto di prora, mentre il bastimento si allontanava dal porto, contemplai per l'ultima volta la grande citt

Pieno la mente del magico tramonto e dell'imagine di Luisa morta, che sul mezzodì contemplai fiorente di vita, di bellezza e con tutto un mondo incantato davanti all'ingenuo pensiero, rifeci malinconicamente le sei ore di strada che avanzavano per arrampicarsi ai Forestali.

Fatto piccin piccino e rannicchiato io lo contemplai in tutta la maestosa sua corpulenza e nella sua apparizione fantastica e quando gli occhi suoi si fissarono spaventati sulla mia fisionomia ben poco piacevole in quel momento avevo gi

Quando intesimo il passo del curato, ella si scosse, si assicurò di aver gli occhi ben asciutti, prese il suo solito fare lesto e volonteroso e per tutta quella sera io contemplai con ammirazione que' suoi occhi affaticati e quel suo volto scarno sorridere mentre avrebbe pianto tanto volentieri.

Prima di coricarmi apersi la finestra, guardai la selva di tetti acuti e le torri della Lorenzkirche, oltrepassate oramai dalla luna, che ne inargentava gli alti trafori gotici. Contemplai lungamente la citt

, signore. E Maria.... Andiamo a vedere Maria. La commozione mi soffocava. Giuliana per quella notte era salva! Non era possibile ch'ella pensasse a morire in quella notte, avendo la bambina al suo fianco. Per miracolo, il tenero capriccio di Natalia aveva salvato la madre. "Benedetta! Benedetta!" Prima di guardare Maria addormentata, io guardai il piccolo letto vuoto dov'era rimasto un piccolo solco. Strane voglie mi venivano, di baciare il guanciale, di sentire se il solco fosse ancora tiepido. La presenza di Edith mi teneva in disagio. Mi volsi a Maria, mi chinai trattenendo il respiro, la contemplai a lungo, ricercai a una a una le note somiglianze ch'ella aveva con me, quasi numerai le vene tenui che le trasparivano nella tempia, nella guancia, nella gola. Dormiva sul fianco, tenendo la testa abbandonata in dietro così che tutta la gola rimaneva scoperta sotto il mento alzato. I denti, minuti come grani di riso mondi, lucevano nella bocca socchiusa. I cigli, lunghi come quelli della madre, spandevano dal cavo degli occhi un'ombra che toccava il sommo delle gote. Una gracilit