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Aggiornato: 3 giugno 2025
E rompendo in una risata comica, come se si burlasse di questa sua ferocia, soggiunse: Ma che m'importa di lei se tu sei mio? E intanto entravano nel piccolo chiosco costrutto in una foggia tra il turco e il chinese nel fondo di un boschetto di pini, con piccole finestre a vetri colorati, che versavano macchie rossastre e giallastre sui pochi mobili che arredavano l'interno...
Un movimento di Alberto la scosse, e con naturale senso di pudore non volle essere scoperta a rimirarlo. Mosse verso la finestra da cui penetrava il gaio sole di marzo; alzò le tendine che coprivano i vetri e dette uno sguardo alla via; l'ignota via di quella citt
Usciti di qui, è bene scappare, se si può, a prender le doccie nella più vicina casa di bagni, e poi si ritorna per vedere «la sezione francese.» Fatto il conto, è una passeggiata di ottomila passi. Son circa duecento sale, varie di colore e di gradazione di luce, ma quasi tutte rischiarate da una luce soave, in cui l'occhio si riposa. Ora par d'essere in una reggia, ora in un museo, ora in una chiesa, ora in un'Accademia. La Francia si prese, in spazio, la parte del leone; ma seppe mostrarsene degna. Una delle mostre più belle è quella dei cristallami, in una vastissima sala bianca e azzurrina, che attira gli sguardi da tutte le parti. È una foresta di cristallo inondata di luce, un palazzo di ghiaccio traforato e niellato, tutto trasparenza e leggerezza, nel quale brillano i colori di tutti i fiori e di tutte le conchiglie, e lampeggia l'oro e l'argento, fra un barbaglio diffuso di scintille diamantine e un'incrociamento d'iridi infinite, che fa socchiudere gli occhi. Lascio ad altri la descrizione dei grandi lampadarii dalle miriadi di prismi, dei candelabri e dei vasi cesellati, delle bottiglie e delle tazze elegantissime color di cielo, di sangue e di neve, delle imitazioni di Murano del Baccarat o dei famosi vetri, smaltati del Broccard. Io mi ristringo ad esprimere una matta ammirazione per la leggerezza miracolosa dei servizi da tavola di Clichy, fabbricati proprio per un banchetto di regine di diciott'anni, bionde e sottili come creature d'un sogno. Ah! detesto il grosso banchiere che metter
Non ti domando più che una parola.... sola.... Di colpo si spense il lume: il Casalbara non vide, non udì più nulla. Allora, sempre colla fronte appoggiata ai vetri si mise a piangere, silenziosamente. A poco a poco il freddo gli penetrò nelle ossa.... e col freddo il timore di risvegliare Eleonora co' suoi singhiozzi.
E la pioggia cadeva, cadeva, con un piccolo ridere con un sottile stridere; batteva, cantava, sui vetri opachi, la buona e profumata pioggia del mese di Settembre.
La camera in fatti era caldissima. In un angolo, su la cupola d'un braciere si scaldavano alcune pezzuole, una fascia. Si udiva anche un gorgoglio d'acqua in bollore. Si udiva a quando a quando il tintinno dei vetri sotto le ventate che fischiavano o rugghiavano. Senti che tramontana si rivolta! mormorò mia madre. Io non avvertii più gli altri rumori. Ascoltai il vento, con un'attenzione ansiosa.
Ché quando sia che i dí brumali e tetri volgerti il chiaro ciel sossopra miri, e i monti neve, e i stagni farse vetri, nostra in balía sará che 'l mondo giri, lo qual il tempo adorno riconduca, e l'erbe e' fior novellamente aspiri. Ma non sia ch'alcun serpe mai t'induca de l'arbore vietato a côr il frutto, che ancide altrui se 'l morde o se 'l manuca.
Non voleva nessuno: nè amici, nè parenti. Quella camera, in fondo della casa, dava sul giardino; Giorgio spalancò i vetri e le persiane, perchè si sentiva soffocare e gli pareva che una grossa pietra gli si aggravasse sul cervello.
Poco dopo accorse la serva, che avea lasciate aperte le vetrate della finestra. Meno male! esclamò I vetri non si sono rotti! E chi l'avrebbe sentito il padrone?...
Poi, a tratti, quando le raffiche del vento venivano, giù dalle gole nevicate della Carnia, a rompersi con impeto contro la casa facendone tremare i vetri delle finestre, la signora Chiara deponeva il lavoro: Che brutta notte, oggi! L'inverno in queste campagne è assai triste. Per coloro poi che non ci sono avvezzi.... Voi, mia cara Loreta, dovete trovarvi assai male. Male? Ma che dite, signora!
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