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Manco i più arrischiati avrebbero osato affrontare l'ira dei cavalloni, minacciosi sotto il cielo corrucciato e le ventate rabbiose. I bagnanti, seccati, inuggiti, si erano raccolti nel salotto dello stabilimento, portati l

«Che so io? rispose Giuliano, stato sino a quel punto come un barbero alle mosse: gli anni che stetti a C.... l'ho veduta venir su sotto i miei occhi. La vedeva dal terrazzino di don Marco ogni giorno; la seguiva in ogni luogo dov'essa andasse a passeggiare, in chiesa badava sempre a trovare un posticcino da poterla guardare, e mi sentiva addosso un'allegrezza!.... altro che i canti della gente e dei preti!.... mi pareva che io avrei cantato colla voce d'un angelo! In tutto era diventato il primo tra miei compagni; allo studio, al giuoco, niuno se la sentiva più di vincermi: i pericoli io li cercava come fossero spassi: e mi ricordo d'una volta che ardeva una casa, e che io mi cacciai su fin sopra i tetti, e mi spiacque che non vi fosse una vecchia, un bimbo, Bianca stessa da salvare. Un'altra mi arrampicai su d'un pioppo, che aveva le cime curve sopra il torrente in piena, per vedere gli uccelletti di un nido, che era lassù. Le ventate mi dondolavano, e a mirare di sotto l'acqua furiosa, e lontano in faccia il balcone di Bianca, mi credeva d'essere in paradiso. Oh! quegli uccelletti come li baciai! Era diventato buono, così buono che non poteva udire i poveri pregare alla porta, e correva a portar loro il mio desinare. Don Marco diceva che ve n'erano troppi dei poveri.... e che i ricchi erano pochi e crudeli... Suvvia, io gridai una volta, facciamoci tutti poveri e così andr

Le voci e le risa dalla sala del banchetto, le percotevano come ventate furiose; e a misura che cessavano o tornavano a suonare, esse ripigliavano le loro querele. «Ma tu, Margherita, non farai come Bianca no, nevvero? diceva la cieca cercando colla sua mano attenuata e scolorita il capo della fanciulla.

La camera in fatti era caldissima. In un angolo, su la cupola d'un braciere si scaldavano alcune pezzuole, una fascia. Si udiva anche un gorgoglio d'acqua in bollore. Si udiva a quando a quando il tintinno dei vetri sotto le ventate che fischiavano o rugghiavano. Senti che tramontana si rivolta! mormorò mia madre. Io non avvertii più gli altri rumori. Ascoltai il vento, con un'attenzione ansiosa.

Posso a mia voglia entrar le regie tende, , s'altri il divietasse, il passo arresto: Quando il re vegghia; e s'ei riposo prende, Non meno il servo, e le sue membra io vesto: Disiderio d'onor non m'accende Ch'io menta; quanto parlo è manifesto: Pregio di ventate apprezzo ed amo: Son noto a tutti; Agitercan mi chiamo.

Certe ondate grosse, immense, che si rinfrangevano contro i muri della casa in uno scroscio pauroso; certe ventate rabbiose, che fischiavano minacce su tutti i toni e pareva volessero portar via la villetta! Calò la sera prima del solito. Si dovette accendere la lucerna, che di sotto al paralume d'un verde cupo, spandeva per la camera una luce smorta.