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Aggiornato: 3 luglio 2025


Caddi senza pensiero, senza vita, sul letto, col corpo di Clelia stretto fra le mie braccia. Quando mi svincolai da quell'amplesso, l'alba penetrava attraverso i vetri... Charru

Che è? che non è? Non sapete? È la gran festa da ballo in casa Torre Vivaldi. Quella , è gente per la quale! Guardate che sfoggio di dorature! Come splendono, attraverso i vetri delle finestre! Hanno illuminato tutto il palazzo. Vedete? Anche dalle finestre che d

Quanto poi alla questione dei lumi, la colpa non è mia, dacchè ai fanali della gondola mancano quattro vetri, ed ella sa meglio di me, signor Questore onorevolissimo... Io non mi chiamo Questore, ma Capo di Sorveglianza...

Ma insiste la pressione dell'alto mare colmo di cobalto che vuole straripare sull'orlo della diga: cobalto freschissimo che schizza, balza dai moli al mio colletto di mitragliere S. Etienne, e si frange blu sui vetri dell'ultimo piano di S. Benigno. Questi vetri si offrono bersaglio ai cannoni di una possibile squadra nemica.

Maud si slanciò ad un balcone che sporgeva sulla grande spianata del castello, ed incollò ai vetri il suo viso allividito dal freddo. Alle dieci, ella vide uscire la briska del conte Alessandro, e dirigersi verso la foresta.

Di piú tiene bisogno di tutti libri per tutte scienzie e arti; ché, si bene in Napoli vi sono stamparie, nientedimeno per questo particulare è come non vi fussero, ché non si stampano detti libri, ma cose di poco momento. E cosí ancora li bisogna tutta la materia di vetri.

Il rosone di questa finestra è guarnito di vetri dipinti. La cornice della porta ha un ornato di foglie di acanto, ed il suo arco riposa sopra un gruppo di colonne.

Tullio, Tullio, che cosa orribile! Ah, che cosa orribile! Non ho mai sofferto tanto, mai, mai. Era verso sera. Mia madre, miss Edith, il dottore erano discesi nella sala da pranzo. Io e Giuliana eravamo rimasti soli. Non avevano ancora portato i lumi. Entrava il crepuscolo violaceo d'ottobre; il vento scoteva i vetri a quando a quando. Aiutami, Tullio!

Nella stanza assettata ed estremamente pulita, dai vetri della finestra penetrava la luce scialba di quella mattina piovosa, a rendere più triste il quadro doloroso che si presentò agli occhi del ritornato.

Qui è la pompa suprema, è la metropoli della metropoli, la reggia aperta e perpetua di Parigi, a cui tutto aspira e tutto tende. Qui la strada diventa piazza, il marciapiede diventa strada, la bottega diventa museo; il caffè, teatro; l'eleganza, fasto; lo splendore, sfolgorìo; la vita, febbre. I cavalli passano a stormi e la folla a torrenti. Vetri, insegne, avvisi, porte, facciate, tutto s'innalza, s'allarga, s'inargenta, s'indora, s'illumina. È una gara di sfarzo e di appariscenza che tocca la follia. V'è la pulizia olandese, la gaiezza d'un giardino, e tutta la variet

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