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Aggiornato: 3 luglio 2025
Passò almeno un'altra ora. Nello stanzino l'aria aveva un cattivo odore di cenci, perchè la piccola finestra non si apriva quasi mai; poi i suoi vetri sporchi lasciavano passare un lume triste. Giorgi non si muoveva. L'altro sempre intento nel suo volto si sentì salire improvvisamente dal fondo della coscienza quella inesprimibile verit
Lessi: La plebe intera e ammutinata: Fiera e compatta ingombra piazze e strade: Gli urli «Pane e lavor» son le sue spade, Di mille petti a sè fa barricata. Lessi: Caffè, palagi han vetri infranti: Chiusi i balconi e chiuse son le porte: Passan per la cittade armate scôrte, Lutti s’apprestan per le donne e pianti.
Perlustrata la via, raccoglie diversi sassi, e con bella destrezza prende a gettargli nella finestra del secondo piano. I sassi tratti da mano maestra arrivavano al punto: ruppe due vetri, ma nessuno si affacciò; e sì che Guglielmo era nella stanza, e si vedeva la sua ombra passare e ripassare traverso il chiarore della finestra, e doveva pur sentire.
Tommaso, come soleva fare per ogni nuovo visitatore gli capitasse, se ne fece descrivere in digrosso le sembianze e il portamento. Il dubbio che potesse esser suo padre nacque di subito in lui; s'accostò cautamente all'uscio a vetri, e levò un poco una delle tendine per veder nel salotto. Al primo sguardo gettato su quel vecchio di cui l'impacciato contegno e il tremito delle mani che sostenevano il cappello dinotavano la commozione profonda, Tommaso lo riconobbe. Il primo pensiero di quel tristo, dello scellerato figliuolo, fu quello di farnelo rinviare dal servo; poi temette il vecchio rompesse in isdegnose parole che svelassero la verit
Corse, vi giunse; ma le invetrate erano chiuse; la sua mano, per l'agitazione, tremolante; e quando appena era riuscita ad aprire i vetri, il suo persecutore le fu sopra, e l'abbrancò alle spalle. O Dio! la finestra! diss'egli con feroce scherno. Che vecchiume!
Io non lo sapevo; non mi ero accorta di piangere. Feci i miei preparativi con una grande commozione, avvertendo che avrei condotto a casa l'orfanella per quella notte e raccomandando all'Orsola di apparecchiarle una camera. Quando giunse la carrozza vi salii, seguita dai consigli dei miei buoni vecchi che mi esortavano a ripararmi bene e a tenere chiusi i vetri.
Lo speziale alzò le spalle, insaccò il capo, allungò il labbro inferiore e mandò una voce d'un'espressione poco lusinghiera pel povero Antonio. Euh!... Lo conosco pur troppo. Sta qui, in questa casa medesima, su fino al di sopra del tetto. Me lo vedo passare dinanzi ai vetri della bottega una diecina almeno di volte al giorno. Esce di frequente? Non fa che andare a zonzo. Non trova dunque lavoro?
Parlava di suo padre, ma in quel momento non voleva nominarlo. Dobbiamo rassegnarci, rispose la Bianca in tono conciliante, e sempre cogli occhi bassi. Dacchè non c'è un'altra camera abbastanza vasta... Ma che bisogno c'era della camera vasta... e del resto? esclamò con impeto la Paola, rizzandosi tutta nervosa, ed andando a parlare ai vetri della finestra. Non si stava bene tra noi?
Siccome la griglia era rimasta aperta, la luce della notte diventava più serena, entrava pei vetri a rischiarare la camera. Sul letto non avevano che una vecchia coperta imbottita, dalla quale nel giorno si vedevano uscire per gli strappi i ciuffi biancastri della lana, ma in quella stagione, gi
Dopo qualche momento, per una semplice combinazione, sui vetri del finestrone di mezzo si proiettò un'ombra, i cui contorni segnavano una figura di donna. Guarda. Che cosa? L
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