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Aggiornato: 3 novembre 2025


All'aprirsi del portoncino avevo intravveduto un andito con busti in marmo, grandi vasi con piante e, in fondo, una vetrata con vetri colorati.... Il portoncino si era richiuso.

Allora o infilavo l'uscio, o mettevo il capo ai vetri della finestra, o mi correvano gli occhi ad un libro o ad un quadro.

Allora fu che i Radusani fecero impeto. Fra i tronchi delli alberi, fra le canne secche, il santo di argento traballava, dava tintinni sonori alli urti dei rami, s’illuminava di lampi vivissimi ad ogni accenno di precipizio. Dieci, dodici, venti schioppettate grandinarono in un balenío vibrante, una dopo l’altra su la massa delle case. Si udirono dei crepiti, poi delle grida; poi si udì un gran sommovimento clamoroso: alcune porte si aprirono, altre si chiusero; caddero dei vetri in frantumi, caddero dei vasi di basilico, spezzati su la via. Un fumo bianco si levava nell’aria placidamente, dietro la corsa delli assalitori, su per l’incandescenza celeste. Tutti, accecati, in una furia bestiale, gridavano:

.... Batte or la pioggia dal rovaio spinta Ai vetri de la stanza solitaria Ove la madre sta, tacita, vinta: Schiude essa i labbri, quasi in cerca d’aria; Ma pensa: la Diletta ora è felice....

Tina avrebbe voluto dir loro di rimanere, ma una sensazione improvvisa glielo impedì: si strinse nella coperta riabbassando la testa sul cuscino senza nessuna vergogna che fosse così sudicio. Le griglie erano aperte e pei vetri si vedeva al di fuori il chiarore della notte.

Lei s'alzò stringendosi nelle spalle: si fece alla finestra, e si mise a stamburinare su' vetri. La campagna, sotto a un velo grigio uniforme, era triste: giù, nel mezzo giorno, un cantuccio di cielo celeste pallido, ti faceva pensare a un di que' tramonti limpidi, striati d'opale e di croceo. Serafina guardò quel cantuccio lungamente, poi mise un sospiro.

S'era alzata, smaniando; era andata ad appoggiare la fronte ai vetri della finestra, guardando nel buio. Vi era dunque qualche cosa di più terribile del dolore, l'idea del dolore di cui si è causa?.. E il bisogno di rivederlo sorgeva adesso in lei, imperiosamente.

Pioveva sempre, ma la pioggia non batteva ai vetri con lo stesso ritmo dolce delle lunghe serate in famiglia alcun lume nella stanzuccia poteva mostrargli la faccia pallida e sorridente della madre e in fondo, nella penombra, il lettuccio della piccola sorella dormente.

Fina fina, la pioggia del mese di Settembre batteva sui vetri, nel vespero buio. Il lampione ad arco del teatro Eugenia Vittoria ogni tanto si oscurava, come se vi passasse davanti un continuo volo di rondini. , avevi ragione, Madlen:

In ultimo, uscivano in fila, l’uno dietro l’altro. Come avevano presa la mano di Violetta, un po’ di profumo, d’un forte profumo muschiato, restava loro nelle dita; e n’erano turbati alquanto. Allora, nella via si riunivano in crocchio, tenevano discorsi libertini, si rinfocolavano, cercavano d’immaginare le occulte forme della cantatrice; abbassavano la voce o tacevano, se qualcuno s’appressava. Pianamente se ne andavano sotto il palazzo di Brina, dall’altra parte della piazza. E si mettevano a spiare le finestre di Violetta ancora illuminate. Su i vetri passavano delle ombre indistinte. A un certo punto, il lume spariva, attraversava due tre stanze; e si fermava nell’ultima, illuminando l’ultima finestra. Dopo poco, una figura veniva innanzi a chiudere le imposte. E i riguardanti credevano riconoscere la figura di Don Giovanni. Seguitavano ancora a discorrere, sotto le stelle; e di tanto in tanto ridevano, dandosi delle piccole spinte a vicenda, gesticolando. Don Antonio Brattella, forse per effetto della luce d’un lampione comunale, pareva di color verde. I parassiti, a poco a poco, nel discorso, cacciavan fuori una certa animosit

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