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Serafina gli aveva domandato diverse volte di lui. L'indomani Mario non si tenne, e all'ora solita, si presentò di nuovo in casa Striati. Nel salire le scale, il cuore gli batteva con violenza. Trovò lei nel salotto, sdraiata mollemente sur una poltrona, co' piedi incrociati sul panchetto imbottito, ricoperto di velluto cremisi: leggeva.

Zu Vito, qualcosetta sul fitto ce l'avete a crescere, disse all'antico fittaiolo il babbo Striati prima d'andare dal notaro a rinnovar l'atto scaduto. Che dice mai vostr'eccellenza! io ci ho rimesso ogni anno. Eh, via! Glielo giuro per il santo giorno ch'è oggi. Striati si strinse nelle spalle, come per dire: non so che farci, e il zu Vito lo guardò freddamente.

I sei principali personaggi di questo racconto si trovarono presi in un circolo che realizzava tutte le tentazioni di S. Antonio. Non si distingueva più dove il velo finiva, dove il nudo cominciava. Gli occhi, striati di lampi, scoppiettavano. Il sorriso provocava. La respirazione soffocava la parola.

E il risultato di quest'armeggiare fu, che l'asta dei giardini dello Striati restò deserta tre volte. In mancanza di meglio, il proprietario dovette contentarsi dell'offerta del zu Vito, alle quali, profittando dell'occasione, il furbo aveva anche fatto un piccolo calo. Striati comprese che il tiro glielo avevano fatto i fittaiuoli; ma dovè roder l'aglio: li conosceva, e non era un leone.

In tutto questo chi ci ha guadagnato è stato il zu Vito Sala col socio Lalla, concluse il signor Lavia: Striati era proprio risoluto a levar loro i giardini; ma dopo quel che successe, è chiaro, doveva aver tutt'altro per il capo: dalla carcere stessa mandò una procura ad Anselmi, e fu stipulato l'atto per.... Sentite questa ch'è classica! gridò intanto don Mimì levando il naso di sul giornale.

Lei s'alzò stringendosi nelle spalle: si fece alla finestra, e si mise a stamburinare su' vetri. La campagna, sotto a un velo grigio uniforme, era triste: giù, nel mezzo giorno, un cantuccio di cielo celeste pallido, ti faceva pensare a un di que' tramonti limpidi, striati d'opale e di croceo. Serafina guardò quel cantuccio lungamente, poi mise un sospiro.

Striati la pigliò larga: fece capire che c'era ancora tempo, egli non era ben risoluto sul da fare.... si dovevano visitare i giardini, osservare come li avevano coltivati, se ci avevano fatto quelle piantagioni alle quali s'erano obbligati nell'atto di fitto.... allora avrebbe potuto dare una risposta. I fittaiuoli ricambiarono un'occhiata.

Colli tesi dal terrore, striati di fiamme, contorti dallo strazio di lunghi gridi bianchi... Mascelle di cammelli, deliranti mascelle di vecchie centenarie che vadan ruminando fuoco e strider di carrucole!... Si slancia il treno e si tuffa, ebbro, la testa innanzi, nella Sera liberatrice e dispotica.

Striati si dispiacque, lo rimproverò perchè non gli aveva fatto saper nulla della malattia, sarebbe andato a trovarlo; in sua compagnia l'amico non avrebbe sentito la noia di doversene stare in letto.... Poi fecero un buon tratto di via insieme, discorrendo, e non lo lasciò se prima non si fece promettere che sarebbe andato a casa sua come per solito.

Era Serafina, Nino l'aveva riconosciuta. Passarono cinque minuti che all'infelice parvero cinque secoli.... La sabbia del viale scricchiolò sotto a un passo.... apparve un'ombra. Serafina.... chiamava sottovoce. Serafina.... Era Mario. Serafina... Serafina.... Egli passò vicino allo Striati, e s'avanzò verso il chioschetto. Serafina.... Scoppiò un riso soffocato, ed un, ah! di contento.