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Avevamo fatto circa una diecina di passi in cotesta stanza quando mi sembrò di udire alla mia destra dei lamenti. Mi fermai, per meglio ascoltare quando al termine della mia attenzione di un momento e mentre mi accingevo a muovermi e guardare avanti anche alla mia guida mi trovai nelle tenebre.

Piccolo, tozzo, formidabilmente quadrato di spalle, col viso senza neppure i peli delle sopracciglia, con due furbi occhi cilestri, il signor Pfaff non era in nulla mutato dall'ultima volta ch'io l'aveva visto, e dimostrava una diecina d'anni meno de' suoi sessanta.

E per mettere in pratica il consiglio, il curato si avviò alla camera seguìto da Verdiana, la quale gli andava dietro ripetendo: Vedrete che al conto, che fate voi, ce ne mancheranno una diecina... o una ventina.

Quasi tutti gli abitanti sono proprietari, sanno leggere e scrivere, hanno un cavallo e una diecina di vacche, non s'allontanano mai dalla loro colonia, si maritano dove son nati, e passan la vita nella stessa zona di terra, e chiudono gli occhi sotto lo stesso tetto dove vissero e morirono i nonni dei loro nonni.

Il racconto finiva sempre con queste parole: «A una diecina di passi dal cappello, proprio rasente all'acqua, e mezzo affondato nella fanghiglia, abbiamo trovato... indovinate che cosa?... lo schioppo di Bobi... Nessuno ha più dubitato... Era chiaro che Bobi, forse dopo che il vento gli aveva portato via il cappello, volendolo ricercare, cacciandosi nel buio per esplorare... aveva inciampato, ed era cascato all'improvviso nel fiume... Aveva cercato di salvarsi disperatamente... e da lui veniva il grido di aiuto, aiuto! che avevo udito. Povero Bobi! e sino ad ora non si è avuta notizia del ritrovamento del cadavere!... Gi

Ma a un tratto, senza alcuna causa apparente, entrò il diavolo in casa. Non più lepri, pernici, erbe per la minestra. Peppe arrivava tardi, tutto accigliato, andava ad appoggiar lo schioppo al solito angolo nella sua camera, sedeva al desco senza nemmen levarsi il cappello, e durante la cena, a fare assai, poteva dire una diecina di parole, egli tanto ciarliero!

Dunque, capisci, mi trovai imbarazzato. Ricordo benissimo: era una serata di maggio... no, di giugno, con un plenilunio maraviglioso. Il padre, la madre, la cugina e gli altri due amici che li accompagnavano salivano per via Quattro Fontane dalla parte del marciapiede inondato dal lume di luna; noi due, invece, dalla parte dell'ombra delle case, che tagliava quasi a mezzo la via. Improvvisamente ella mi disse: Tra una diecina di giorni parto. Per Lione? domandai (Aveva un fratello col

Il famiglio, dando a divedere una estrema commozione, ripigliava tutto conturbato: Non mi è riuscito, per quanto abbia fatto, di riaccendere la lanterna.. Ho chiamato cinque o sei volte il Carminati, e ad alta voce... ma sempre senza risposta... Allora ho avuto un brutto presentimento... Ma come fare? Non mi restava altro che tornare indietro, fermarmi alla prima casa, e poi venir di nuovo con lumi e accompagnato da altri... Pratico come sono di que' luoghi, feci il conto che in mezz'ora sarei arrivato a svegliare una famiglia di contadini, che abitavano in una casa poco lontana... e sarei tornato. Mi tenni a questa idea... E quasi una mezz'ora dopo arrivo, preceduto da lumi, circondato da gente con schioppi e altri lumi, al punto dal quale insieme al Carminati avevamo fatte le prime intimazioni... Tutti chiamammo il Carminati, e sempre indarno... Allora ci mettemmo a cercare... Fatti una diecina di passi, vedemmo poco lontano da noi tre sacchi, gettati sull'erba, uno qua, uno l

E lo prese per una mano, lo condusse vicino l'apertura, lo fece inginocchiare, gli fece fare gli stessi movimenti che aveva fatto mastro Vanni, e quando scomparve, si calò giù anche lui. Sciaverio e Maraviglia restarono: bisbigliando, andarono a sedersi al fuoco sul quale stesero le mani per riscaldarsele. Una diecina di minuti dopo nell'apertura ricomparve la faccia di vampiro di mastro Vanni.

Senza smarrirsi, gridò da quel fondo al pastore che scendesse correndo al più vicino cascinale, a cinque o sei ore di cammino, dove dimorava un tale Frantz suo amico e che salissero insieme con quanta più corda avessero potuto trovare; egli aveva la fiaschetta dell’acquavite e una diecina d’ore le poteva durare. Ma quando i due tornarono e chiamarono Daniele, Daniele non rispose.