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Sciaverio, al caso, sarebbe stato uomo da menar le mani, ma cervello la natura non gliene aveva dato che una bricciola, tanto per non essere un bruto affatto. Pensa di qua, rumina di l

Se son ricchi lo posso saper io, che da tant'anni sono il calzolaio di casa.... il canonico ne ha sotterrato della moneta d'oro e d'argento! Sequestreremo don Bastiano, il più piccolo, disse accostando il furrizzo, il cugino Santo: e anche Sciaverio accostò il suo, con gli occhi lustri; tanto interesse destava in ognuno quella conversazione. Avevano ricominciato a parlar sottovoce.

Dunque accettate? domandò mastro Pasquale. , accetta, accetta, rispose Sciaverio guardando il padre. Via.... dacchè volete così.... è proprio per non far negativa agli amici. Viva! esclamarono i tre giovani in coro: e le loro facce s'irradiarono d'un'allegrezza schietta.

Va ogni giorno alla Rocca, sapete, quel bel fondo vicino lo stradale. Santo e Sciaverio ascoltavano attentamente, col gomito sul ginocchio e la guancia nella palma: anche il mastino, sdraiato tutto lungo sul ventre, guardando il padrone con le iridi gialle, pareva prendesse gusto alla cosa. A che ora? Il dopo desinare. Invariabilmente? Qualche rara volta di mattina.

E mentre tutti pendevano dalle labbra del su Francesco, la pentola alzò il bollore. Va' a prender la pasta, Sciaverio, disse il vecchio; gli amici stasera mangeranno un boccone con noi. Grazie, risposero i due giovani a una bocca, e Zumboli posando una mano sul ginocchio del campiere, esclamò: Non ce l'avete a dire di no, porca cagna! non ce l'avete a dire....

E al su Francesco che s'ha a ricorrere, dissi a Santo appena stabilita la cosa, se si vuole che il tutto vada bene, soggiunse il Carrarella posandogli la mano sull'altro ginocchio. Intanto Sciaverio era ritornato con la pasta, scoprì la pentola, e ve lo lasciò cader dentro: poi prese il mestolo, e rimestò.

Questa scelta offriva loro un altro vantaggio: nella torre c'era un nascondiglio ch'e' sfidava a scoprirlo i più furbi del mondo: figurarsi! una caterratta sotto il letto, mascherata di mattoni, e che, per mezzo d'una scala di legno, metteva in un sotterraneo dove l'amico teneva in deposito ogni genere di roba. Che ne dite? A Nicola piacque l'idea, incaricò Sciaverio di trattare con mastro Vanni.

Mastro Pasquale fece un «emh, emhtanto per prepararsi a parlare: ma Sciaverio che non ne aveva meno voglia di lui, fu più lesto, e cominciò a raccontare ogni cosa, sottovoce anche lui, rifacendosi da capo, gesticolando, con gli occhi fosforescenti come quelli d'un gatto. E siete sicuro che que' signori siano veramente ricchi come dite? domandò l'anziano quand'egli ebbe finito. Sicurissimo.

Benchè le notti fossero ancora fredde e soffiasse quel ventaccio, egli era senza cappotto. Si salutarono. Niente? domandò il padre ammiccando. Niente, rispose il figlio mentre appoggiava il fucile a un angolo. Dunque?... riprese il su Francesco, quando furono seduti di nuovo attorno al fuoco, voltosi al Carrarella. Questo guardò Sciaverio.

Intanto la pasta s'era cotta. Sciaverio distribuì le scodelle, i cucchiai di legno; levò la pentola dal fuoco; andò a versare met