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Aggiornato: 8 giugno 2025
ARMELLINA. Voi sète quello? se sète Guglielmo, come sète lui? VIGNAROLO. O bestia! dimmi. Quello, dico io; ma io son Guglielmo. ARMELLINA. Io son innamorata di quel vignarolo e mi moro per lui. VIGNAROLO. Desideri vederlo? ARMELLINA. Quanto la vita. VIGNAROLO. Che pagaresti a chi te lo facesse vedere? ARMELLINA. Me stessa. VIGNAROLO. Se vuoi tenermi segreto, io te lo farò veder mò.
Io dovrei sgridarti per lo sforzo e per la commozione che avrai sostenuto, ma sarebbe inutile dopo il fatto. Or bene? Or bene, ci siamo guardati e salutati colla più grande passione. Aimè, quale angoscia il non poterci veder più da vicino, e dirci più chiaramente quello che proviamo di piacere e di tormento. Se avessi alcun che di lei, una sua memoria da tenermi sul cuore!
" Il secondo! Il secondo!" Io risposi con gioia! Egli stringea le labbra e aveva chiuso gli occhi, Chè il duolo ama le tenebre. Le mani sui ginocchi Tremavano, ed il mento sul petto si appoggiava. "Me due volte vigliacco!" mastro Spaghi pensava. "Potevo una sol volta. esserlo!... Avrei dovuto "Tenermi la mia sposa e scordar l'accaduto! "L'oltraggio era comune a mille! Sarei stato "Felice!
Perchè così turbato? chiese il Virey al fratello. Io parto per Milano rispose l'Albani; volete profittare della mia volante e tenermi compagnia? Impossibile. Devo trovarmi a Pietroburgo questa sera per prender parte ad un Consulto finale al letto dello Czarre, gravemente tormentato dai calcoli. Con dolore mi separo dai voi. Ci rivedremo?
MARTEBELLONIO. Credo che non sia minor virtute e grandezza ferir un corpo con la spada che un'anima con i sguardi: ben posso tenermi io fra tutti gli uomini glorioso, ché posso non men con l'una che con l'altra; ché non può starmi uomo, per gagliardo che sia, con la spada in mano innanzi, né men donna, per onesta e rigida, a' colpi de' sguardi miei; e se con la spada fo ferite che giungono insin al cuore, con gli occhi fo piaghe profondissime che giungono insin all'anima.
E fui preso da quel vago sopore dello spirito che non è dormire, ma sognare. Tristi sogni quelli delle veglie notturne al capezzale d'un caro infermo. Un orologio battè le due ore. Scossi bruscamente il capo per tenermi desto, mi venne in mente la contessa che m'avea pregato di farla avvisare a quell'ora, e pensai che non sarebbe stata carit
Fu un bacio di amante quello che io le diedi, un bacio lungo e profondo che agitò tutta la essenza delle nostre due vite. Ella si lasciò ricadere sul sedile, spossata. Ah no, no, Tullio: ti prego! Non più, non più! Lasciami prima riprendere un po' di forza supplicò, stendendo le mani come per tenermi discosto. Altrimenti non mi potrò più levare di qui.... Vedi, sono morta.
Lungi da me l'idea di farmi narratore di avventure straordinarie, intendo solo di descrivere un viaggio forse abbastanza originale per un semplice touriste, imponendo a me stesso di tenermi alla pura verit
Ed è un bel giovane, questo priore? domandò la signora Morselli. Tanto simpatico; rispose il duca. E in che modo s'è ridotto lassù? Che disinganni ha potuto avere? Signora mia, glie l'avrei chiesto volentieri, ma ho avuto paura di passare per un curioso. Lassù non amano i curiosi, e ho dovuto tenermi la voglia in petto. E gli altri frati, come sono?
Per quella sera però non potei leggere: le palpebre mi si erano appesantite: un sonno profondo, prodotto dalle febbre, mi rese inerte durante tutta la notte. Al mattino stavo un pò meglio; pregai Materassi e Bocconi che stavano di casa con me di tenermi informato a puntino di quanto sarebbe successo, e di non por tempo in mezzo per venire a avvisarmi, se vi fosse stata la probabilit
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